Cronaca

A 19 anni sta per completare il secondo libro, per Aurora il diploma è con la lode: "Ci ho messo tanto cuore"

Aurora, che ha frequentato la sezione B, si definisce "una persona molto determinata: se scelgo di fare qualcosa è perché ci credo fino in fondo"

Aurora Dozio nella foto

"Ho messo tutto il cuore nel percorso del Liceo". Aurora Dozio è tra le diplomate del Liceo Classico "Morgagni" che ha concluso il percorso di studi col massimo dei voti, arricchito dalla lode. Aurora, che ha frequentato la sezione B, si definisce "una persona molto determinata: se scelgo di fare qualcosa è perché ci credo fino in fondo, e di conseguenza decido di metterci tutta me stessa. Ho molti interessi che ho sempre cercato di portare avanti, compatibilmente con la mia scuola, che è sicuramente ciò in cui mi sento di aver investito di più, ma senza mai pentirmene. La mia più grande passione è proprio la letteratura, e infatti ho scelto di orientare in questa direzione i miei studi futuri, frequentando il corso di Lettere Classiche a Bologna. Ma ho anche tante altre passioni: amo scrivere, ho pubblicato il mio primo libro nel 2019 ("Prendendo il volo" è il titolo, ndr) e spero ora di riuscire a terminare il secondo; suono il pianoforte da quando avevo 8 anni e studio canto da parecchio tempo; inoltre, faccio parte di un gruppo Scout fin da bambina, e faccio volontariato in un centro per anziani". 

Diploma con la lode. Come ha reagito a questo straordinario risultato?
Sapevo di aver fatto un bel l’esame, ma avevo paura di non essere riuscita a trasmettere al cento percento tutta la passione che provo per queste cose, che è immensa, e invece quando ho letto il voto sul tabellone per me è stata una soddisfazione enorme. Ho messo tutto il cuore nel percorso del Liceo, ed è bello che questo sia arrivato ai miei professori e che me l’abbiano riconosciuto. Ad ora infatti, posso dire di lasciare il Classico con un ricordo meraviglioso di questo viaggio faticoso e straordinario.

Ha dedicato tanto tempo allo studio per chiudere alla grande questo ciclo di studi?
Tantissimo. Lo studio è sicuramente ciò in cui ho speso “la mia miglior parte”, come direbbe Leopardi, ma non mi pento di nulla. Indipendentemente dal voto infatti, ho vissuto il periodo della maturità come un momento preziosissimo della mia vita che non scorderò mai, perché, dopo un primo momento di ansia, sono riuscita a non farmi prendere dalla tensione, e a concentrarmi sulla bellezza delle cose che avevo il privilegio di studiare, e di questo sono davvero fiera e contenta.

Che scuola è il Classico?
Per me il Classico è stato un Purgatorio: un colle in salita, una strada faticosa e di catarsi, che mi ha però portato a una visione straordinaria. Ho fatto tanta fatica e tanti sacrifici per questa scuola, ma la rifarei altre mille volte e la ritengo una delle scelte migliori della mia vita. In questi cinque anni per me è stato un privilegio poter confrontarmi quotidianamente con le esperienze di chi c’è stato prima di me, studiando, ragionando, e costruendo un mio pensiero critico. Ringrazio infinitamente questa scuola per le esperienze, i dibattiti, le situazioni, le letture davanti a cui mi ha messa, permettendomi di maturare e di diventare, giorno dopo giorno, quella che sono.

L'insegnamento più importante che ha ricevuto?
È difficile scegliere. Tutti i miei prof, i miei compagni e sopratutto gli tutti gli autori mi hanno insegnato qualcosa. Forse il più importante è il valore del tempo, dall’epistola I di Seneca: “Il tempo è l’unica cosa che nessuno, nemmeno una persona riconoscente, ci può restituire”. Questo mi spinge più che mai a seguire la mia passione, anche se su un terreno brullo e instabile: abbiamo così poco tempo che non possiamo permetterci di sprecarne a rincorrere qualcosa di diverso da ciò che amiamo fare.

Un ricordo speciale di questi cinque anni?
Sicuramente una lezione del mio professore di matematica. Da limiti e teoremi siamo arrivati a parlare di intelligenza e ad interrogarci su che cosa significasse davvero questa parola. Lui l’ha scritta alla lavagna e poi ha esordito: “dal latino “intus legere”, saper leggere dentro”, ossia saper scavare nel senso profondo delle cose e tirarne fuori quelle sfumature che non tutti hanno il coraggio di cercare sotto all’apparenza. Allora ci ha augurato di diventare persone così, ossia davvero intelligenti, appassionate, e non nozioniste: questo è un monito che porterò per sempre nel cuore.

Come è stato il rapporto con i prof?
I miei professori sono le persone a cui mi sento di dovere di più, e che so che non potrò mai ringraziare abbastanza. È sicuramente anche per loro se continuerò il percorso nell’universo delle letteratura, e grazie a loro se mi sento di aver acquisito occhi attenti al mondo e alla bellezza. Per me sono state fondamentali sia le figure umanistiche che quelle scientifiche, e sono certa che non potrò mai scordarmi di nessuno di loro, perché oltre che per insegnarci la materia, hanno  sempre riservato un po’ di spazio per dei momenti di discussione e confronto sull’attualità o sul mondo, e credo che sia stato proprio questo a fare la differenza. 

E con i suoi compagni di classe?
Sicuramente il Covid ci ha allontanati e ci ha privato di molte esperienze, ad ogni modo sono felice di aver avuto la possibilità di condividere questo percorso con loro, che sono stati per me occasioni quotidiane di confronto e di crescita. Gli auguro veramente il meglio e di realizzare tutto ciò che desiderano.

Dopo le meritate vacanze sa già cosa farà?
Frequenterò il corso di Lettere Classiche a Bologna, e sono davvero impaziente di cominciare questa nuova avventura. So che molte cose cambieranno, ma so anche che sarà meraviglioso poter finalmente approfondire, ancor di più, gli studi umanistici, che sono la mia più grande passione.


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