Cronaca

Abbigliamento fai da te con pura lana tibetana: ora si può a Forlì grazie a Punti e Spilli

Una collaborazione tra un negozio forlivese e un'azienda piemontese che porta avanti un progetto equo solidale in Tibet

A Forlì c'è un piccolo angolo di paradiso per chi ama realizzare capi d'abbigliamento con le proprie mani o semplicemente per chi desidera cimentarsi nelle pratiche di cucito, sartoria e lavorazione e maglia per la prima volta: si chiama Punti e Spilli, il negozio in piazzetta della Grata che, oltre a vendere filati, tessuti e strumenti, organizza corsi di cucito, maglia, patchwork, ricamo e altro. "Abbiamo aperto nel febbraio del 2011 - racconta la responsabile, Sandra Morelli - e proponiamo corsi amatoriali nel nostro laboratorio con insegnanti competenti, per un massimo di 3-4 persone alla volta, in modo da apprendere nel modo migliore. Da noi vengono persone di ogni età, dai 6 ai 99 anni, con ogni tipo di preparazione. Qualcuno lo fa per hobby, qualcuno per la soddisfazione di creare da solo i propri capi, qualcuno addirittura dopo avere imparato da noi ha aperto una sua attività".

Da Punti e Spilli si potrà trovare ora anche i filati dell'azienda di Biella Myak, prodotti in Tibet a partire dal sottovello dei piccoli yak, animali tipici tibetani simili ai vitelli ma con un pelo più lungo, che viene naturalmente perso dall'animale durante la muta stagionale. Nel negozio si potranno acquistare matasse da 50 grammi per 350 metri di filato di diametro 14 micron, al prezzo variabile da 15 a 21 euro. "Per noi è molto importante - continua Sandra Morelli - conoscere la storia dei materiali che vendiamo. Quando abbiamo scoperto che alcune aziende, di cui vendevamo prodotti, strappavano dalle capre il pelo per fare il cachemire e altri tipi di lana, abbiamo smesso di acquistare i loro prodotti". Lo yak è un animale sacro per i popoli tibetani che vivono oltre i 4000 metri di altezza, in quanto, oltre a fornire un ottimo tessuto morbido e caldo per gli indumenti, garantisce anche una fonte di latte e derivati e viene usato per i trasporti come animale da soma.

continua nella pagina successiva ====>

"Essendo un veterinario - spiega Andrea Dominici, titolare dell'azienda Myak - mi recai in Tibet per la prima volta nel 2004 come volontario per un'associazione e mi ritrovai a lavorare con gli yak. Da qui nacque l'idea di sostenere il mercato dei nomadi tibetani aiutandoli a produrre, prima formaggio con il latte di yak, e poi filati e tessuti da lavorare poi in Italia, da un piccolo gruppo di aziende biellesi. Così, dopo un primo esperimento nel 2011, nel 2012 abbiamo avviato la prima linea di produzione e ora facciamo, ogni anno a marzo, un ordine ai nomadi tibetani, pagandoli in anticipo, e a gennaio otteniamo il prodotto finale da esportare in Italia. Quando arrivai in Tibet nel 2004, i nomadi sottovendevano i tessuti a commercianti cinesi per la metà del prezzo a cui lo paghiamo noi ora. Ora il nostro prodotto si può trovare nei negozi degli Stati Uniti, in Europa e in Italia soltanto in 6 punti vendita tra cui due in Emilia-Romagna: uno a Forlì e uno a Parma. Vogliamo che rimanga un prodotto in nicchia in quanto non siamo interessati ad imporre una sovrapproduzione che causerebbe la desertificazione delle zone dove pascolano gli yak".

Un aiuto quindi alle popolazioni del Tibet per impedire che la qualità dei tessuti scenda sempre di più, "come accade sempre più spesso - afferma Valentina Cosciani, fashion designer specializzata in lavori a maglia, che con i filati Myak ha realizzato delle berrette e dei coprispalla -. Realizzare un capo a mano è un valore aggiunto e farlo con del materiale scadente fa perdere significato al risultato. In Italia non c'è una grande tradizione legata al lavoro a maglia, è più una tradizione di altri paesi europei. Ma negli ultimi anni sta prendendo piede e le persone sono sempre più interessate. Basti pensare che il social network di fama mondiale Ravelry, interamente dedicato al mondo del lavoro a maglia e della sartoria fai da te, ora è stato tradotto anche nella versione italiana". La stessa crescita di interesse rilevata da Valentina Cosciani è confermata dalle responsabili di Punti e Spilli: "Sono sempre di più - dice Patrizia Vettori, altra responsabile del negozio - le persone che fanno richiesta ai nostri corsi. Ci sono anche tanti bambini e bambine molto interessati che imparano a 8 anni a lavorare a maglia. Crediamo molto in questa collaborazione con Myak; per noi l'attenzione alla qualità e all'etica è fondamentale".


Si parla di