Cronaca

Covid, si rialza la curva dei contagi: "Picco atteso durante le feste". E arriva anche l'influenza

"Le cause risiedono nella alta contagiosità del virus è nell'assenza ormai di precauzioni respiratorie nella popolazione", chiarisce Francesco Cristini, primario dell'Unità Operativa di Malattie Infettive dell'ospedale "Morgagni-Pierantoni" di Forlì

Avanza il freddo e di pari passo riprendono forza covid e influenza. Tanti forlivesi sono alle prese in questi giorni con i malanni di stagione, tra febbre, tosse, raffreddore e dolori alle ossa. E in molti casi il verdetto arriva dalla doppia linetta rossa del tampone: a letto col covid, anche se non fa più paura come all'inizio dell'epidemia. "Le cause risiedono nella alta contagiosità del virus è nell'assenza ormai di precauzioni respiratorie nella popolazione - chiarisce  Francesco Cristini, primario dell'Unità Operativa di Malattie Infettive dell'ospedale "Morgagni-Pierantoni" di Forlì -. Senza mascherine infatti il virus circola indisturbato. Inoltre in questo periodo freddo e prossimo alle festività natalizie la gente affolla molti luoghi chiusi per lo shopping e lo svago, e quindi inevitabilmente il rischio di infezione è significativo. I CDC americani ed europei suggeriscono infatti nuovamente l’uso della mascherina, sicuramente mal vista di questi tempi dalla popolazione generale, ma sicuramente da tenere in considerazione in contesti specifici o per soggetti a rischio".

Dottor Cristini, pensa che quelli ufficiali siano dati sottostimati in quanto non si fanno più tamponi? 
"I casi ufficiali derivano dai tamponi eseguiti in ambito sanitario, in quanto vengono notificati alla Sanità Pubblica, ad esempio perché un paziente fa il tampone in ambulatorio oppure perché viene ricoverato in ospedale. Ma ormai chi ha sintomi respiratori con o senza febbre al massimo se ne sta a casa finchè sta bene, o magari fa anche il tampone, ma per conto suo, senza quindi una successiva notifica di malattia in caso di positività. I dati ufficiali sui casi di Covid-19 sono pertanto pesantemente sottostimati".

Dati alla mano, è possibile fare una previsione su quando è previsto il picco? O siamo già in una fase calante? 
"Riguardo al Covid-19 posso solo dire che in queste ultime settimane siamo ai numeri più alti degli ultimi mesi, per le motivazioni già espresse, ma si presume che rimangano elevati anche nel periodo delle feste, insieme ai numeri della influenza, che probabilmente vedranno il picco proprio in quei giorni. La tendenza delle settimane successive poi la vedremo".

Mercoledì è prevista una seduta straordinaria di vaccinazione in ospedale...
"La vaccinazione ora disponibile contro il virus del Covid-19 continua a rappresentare un preziosissimo strumento di prevenzione della malattia grave, soprattutto per le persone fragili e anziane oppure per le persone che per motivi professionali hanno contatti con soggetti fragili, come il personale sanitario. Come abbiamo imparato la vaccinazione contro il virus del Covid-19 non è una vaccinazione sterilizzante, ossia non ferma la circolazione del virus, ma riduce in modo significativo il rischio di gravità clinica nelle persone più suscettibili che si infettano, insieme alla azione della immunità naturale in chi ha già contratto l’infezione in precedenza".

A suo dire organizzare giornate di 'open day' potrebbe aiutare a rilanciare la campagna vaccinale? 
"Perché no. Alcune Regioni si stanno già muovendo in tal senso. Credo che qualunque investimento per la salute abbia sempre senso, e Covid-19 sicuramente è ancora un argomento importante da affrontare e su cui è giusto non abbassare la guardia".

Parallelamente al covid c'è anche l'influenza. E' una forma aggressiva quella di quest'anno? 
"L’influenza è praticamente appena arrivata e i casi sono ovviamente destinati ad aumentare prossimamente, come succede ogni anno in questa stagione. Dal punto di vista clinico non ci sono però sentori di criticità particolari per i ceppi virali circolanti". 

Covid e influenza stanno mettendo sotto stress l'ospedale? Qual è la situazione dei ricoveri?
I ricoveri per Covid-19 oppure per altri motivi con riscontro contestuale di tampone positivo sono sicuramente in aumento, e la cosa va presa in carico in modo adeguato dentro l’ospedale, ma lontanamente dal costituire una situazione di stress così come l’abbiamo vissuta nei momenti più bui della pandemia. Gli ospedali, verrebbe da dire, sono continuamente sotto stress perché sono sempre pieni, in senso generale, ed avere anche pazienti con Covid-19 è un problema in più. Tutto qui".
 


Si parla di