Cronaca

Manoni cambia sede dopo quasi due secoli: "Restiamo in centro, perché siamo parte del centro"

E' una delle pietre miliari del commercio in città: "Manoni" è aperto dal 1830, ininterrottamente da 187 anni. L'Italia non era ancora formata ma "Manoni" c'era

L'interno di Manoni

E' una delle pietre miliari del commercio in città: “Manoni” è aperto dal 1830, ininterrottamente da 187 anni. L'Italia non era ancora formata ma “Manoni” c'era, c'era la Prima Guerra Mondiale e “Manoni” era lì, poi le bombe della Seconda Guerra e “Manoni” resiste nonostante piovano ordigni su tutta la strada, fino ai giorni nostri. I tempi pazzi che viviamo fanno perdere a via delle Torri un altro “pezzo” storico, dopo la cappelleria Cestari: se ne va, infatti, anche la mesticheria “Manoni”. Qui è possibile trovare prodotti e consigli preziosi per la pittura, i materiali per l'arte, per il restauro, ma anche per le riparazioni in casa e per le pulizie di oggetti di pregio. Se ne va altrove, ma non chiude. 

“Si tratta di un trasloco, un trasferimento che è anche prima di tutto un rilancio: restiamo in centro perché Manoni è grande, è storico ed è centro”, spiega l'attuale gestore, una volitiva Romana Baldassarri. “Ho sogni immensi per quest'attività di cui siamo orgogliosi, farò una guerra, se serve, per realizzarli. Inutile continuare a piangere che c'è la crisi, bisogna rimboccarsi le maniche”. Manoni si sposterà quindi dai locali attuali e approderà in in un'altra parte del centro, in zona pedonale, senza timori di non essere uno dei tanti negozi di scarpe e abbigliamento. “Restiamo in centro perché vogliamo risvegliarlo, creare circuiti tra persone, rompere l'isolamento del singolo che guarda solo al proprio interesse, e con cui ci stiamo facendo tutti del male. Il centro di Forlì può e deve tornare a vivere”.

LA STORIA DI MANONI DAL 1830 ==> continua

Il nuovo Manoni sarà in corso Garibaldi, in particolare andrà nell'ex negozio Sampieri, nelle vicinanze di Sephora per intenderci. Avrà, nei suoi progetti, anche laboratori per bambini, corsi di bricolage e pittura per adulti. “Il tutto inserito in circuiti turistici e culturali anche collegati al San Domenico”, traccia il suo disegno Romana Baldissarri. Tutto questo in spazi ampi, nei negozio storico, una bottega vera e propria, dove si trova un commesso dietro al banco e assieme al prodotto “compra” anche un consiglio su come usarlo, una consulenza per maneggiarlo su oggetti a cui si tiene, da un pavimento in cotto ad un mobile di legno, o il materiale per esprimere la propria creatività realizzando un quadro, o ancora per una piccola manutenzione in casa. “Siamo una bottega dei mestieri, a noi si rivolge chi deve fare un lavoro artigianale e qui trova un aiuto, un consiglio su come fare: per questo ci definiamo orgogliosamente mesticheria”. Cambiano i locali, ma non si cambia la filosofia, anzi la si amplia. Sperando solo che, nel passaggio, la burocrazia comunale non riesca laddove neanche le bombe della guerra sono riuscite, cioè interrompere il filo di continuità di questa storica attività: è il timore più grosso dei titolari, in vista di questo grande passo.

LA STORIA - Romana Baldassarri è la quarta generazione che parla di amore per “Manoni”. L'attività nacque nel 1830: all'epoca quella era una fabbrica di vernici, fondata da Stefano Manoni, con la vendita anche di sapone sfuso. Poi subentra la nipote Gianna e anche lei “invecchia” in quelle mura, servendo ai forlivesi non solo vernici ma anche generi alimentari vari. Poi l'attività va in affitto ed evolve con la società: il divieto di tenere assieme generi alimentari e prodotti come le vernici rispinge “Manoni” alle sue radici: le vernici, il bricolage, le attrezzature. Il volto storico, per la memoria dei contemporanei, è quello di Roberto Calò, che per 47 anni gestisce il negozio assieme alla moglie Maria Ragonesi. “Era un delitto buttare via il grande sforzo di mio zio”, spiega Romana che dal 2013 è “entrata in servizio” anche per necessità, dato che oggi lo zio ha 88 anni. Per inciso, Roberto Calò è colui che ha preservato il meraviglioso glicine di via delle Torri, simbolo della strada, resistito anche alla distruzione della Guerra dal momento che proprio lì cadde una bomba: “Mio zio ogni mattina per decenni l'ha tenuto pulito, spazzando foglie e petali, dando la polvere di zolfo per tenere lontani gli escrementi degli animali”, ricorda Romana. Che scherza: “Se il Comune mi dà la possibilità di togliere un mattone dalla strada ne ripianto un altro in corso Garibaldi”. Si scherza, ma da Manoni si sono alternate, quattro generazioni, pur senza linea di sangue, tre lunghissime gestioni, con la quarta che è molto motivata a non sfigurare con quelle precedenti. Purtroppo non è stato possibile realizzare tutto questo nei locali storici dal momento che la proprietà di palazzo “Manoni” di via delle Torri, subentrata negli anni '80, non si è mostrata sensibile ed ha probabilmente altri legittimi progetti. Ma ormai è passato. Da luglio “Manoni” sarà nei nuovi locali e questo sforzo  merita senza dubbio il sostegno di tutta la città, della comunità.

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