Cronaca

Condizioni favorevoli dei dehors per tutta l'estate, il Comune proroga le concessioni del suolo pubblico

“A prescindere dal termine di scadenza dello stato di emergenza nazionale, fissato per il prossimo 31 marzo, la situazione di criticità pandemica anche a Forlì non è superata e permangono dunque le necessità di distanziamento sociale"

Forlì, 18 marzo. L’Assessorato alle attività produttive del Comune di Forlì ha ulteriormente prorogato, al 15 novembre 2022, le concessioni in essere in materia di suolo pubblico e privato destinato all’allestimento di dehors e strutture amovibili, assimilabili a ombrelloni o arredi esterni senza copertura fino a un massimo del 200% della superficie di somministrazione interna del locale.  

“A prescindere dal termine di scadenza dello stato di emergenza nazionale, fissato per il prossimo 31 marzo, la situazione di criticità pandemica anche a Forlì non è superata e permangono dunque le necessità di distanziamento sociale e di preferibilità a fruire degli spazi all'aperto rispetto a quelli al chiuso, visto anche l'approssimarsi della stagione più mite. Le attività di ristorazione e di pubblico esercizio sono state particolarmente colpite dagli effetti della pandemia e confidano in una celere ripresa dell'indotto economico con l’arrivo della bella stagione che, notoriamente, è quella più favorevole in termini di dinamismo e di utilizzo degli spazi all'aperto", spiega l'assessore Casara.

"Con questa ulteriore proroga – continua – vogliamo mettere a disposizione di baristi e ristoratori uno strumento in più utile a favorire il distanziamento sociale, la ripresa dei consumi e la fruibilità del centro storico. Il tutto in totale sicurezza e con un occhio di riguardo alla delicata situazione che sta vivendo il mondo del commercio. Quello che stiamo attraversando è un momento storico difficilissimo, in cui a prevalere deve essere il buon senso e un grande rispetto delle regole. Non possiamo assolutamente abbassare la guardia. Ipotetici nuovi stop alle attività economiche implicherebbero conseguenze devastanti per il tessuto produttivo e la tenuta del sistema occupazionale del nostro territorio”.
 


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