Cronaca

Da Forlì a Firenze a piedi in due giorni, Monsif ce la fa: "Chi incontravo mi sosteneva. Esperienza unica"

“Ho subito incontrato delle difficoltà - spiega il giovane - Mi sono venute alcune vesciche e ho dovuto comprare dei cerotti alla farmacia di Dovadola"

Camminare da Forlì a Firenze in due giorni. Ecco l’impresa compiuta lo scorso weekend dal 24enne forlivese Monsif Lahlioui. Il giovane aveva pianificato di partire in solitaria sabato alle 5 del mattino. Poi, costeggiando la statale, attraversare Castrocaro fino ad arrivare al passo del Muraglione, dove si è fermato per la notte. L'indomani è ripartito con l'obiettivo di arrivare a Firenze per le 18 o 19. Alle 20 un treno lo ha riportato a casa.

“Ho subito incontrato delle difficoltà - spiega il giovane - Mi sono venute alcune vesciche e ho dovuto comprare dei cerotti alla farmacia di Dovadola. Mi stavo un po’ demoralizzando, ma poi ho conosciuto una famiglia di contadini. Volevo comprare della frutta da loro ma, dopo aver sentito la mia storia, me l’hanno regalata. Grazie a loro sono andato avanti”. 

Ha continuato poi verso Rocca San Casciano, dove ha fatto un altro importante incontro. "Lì ho conosciuto Enrico, un ragazzo della mia età - racconta Monsif -. Abbiamo parlato di tutto, delle nostre vite, del lavoro e degli amici. Mi ha accompagnato per quattro chilometri e poi abbiamo fatto il bagno al fiume assieme. Siamo ancora in contatto. Ci troveremo questo weekend per organizzare un viaggio in Islanda insieme". 

Dunque è arrivato a Portico, dove ha visitato la biblioteca locale, quasi priva di personale. "Mi ha colpito molto. Potevi entrare e prendere un libro, poi lo restituivi quando avevi finito, senza dire niente a nessuno. Sono cose che in città non ci sono". Quindi ha avuto modo di parlare con due altre camminatrici: una signora e una ragazza che stavano andando da Firenze a Ravenna. “Mi hanno aiutato molto - racconta - Mi hanno dato delle dritte e spiegato dove fermarmi". 

Dopo Portico è venuto il momento di affrontare il passo del Muraglione. "Pensavo di essere quasi arrivato a metà strada - narra -. Ero stanco. Invece mi attendevano circa tre ore di tornanti. Quando sono arrivato all’agriturismo dove avrei dormito ero stravolto. Ho mangiato e mi sono subito messo a dormire". 

Il secondo giorno di cammino, invece, è stato più monotono, senza particolari incontri. "Ormai pensavo solo ad arrivare - spiega - Non ho parlato con tanta gente, non ne avevo le energie. Fortunatamente per tutto il tragitto ci sono stati tanti automobilisti e motociclisti che mi suonavano il clacson e salutavano. Hanno fatto la differenza".

Infine è giunto a destinazione, per poi prendere il treno del ritorno. "L’esperienza è stata veramente unica - conclude il 24enne - Ha portato fuori lo spirito di adattamento in me. Poi arrivare è stato fantastico, anche se la cosa più bella del percorso sono sicuramente le persone che ho incontrato per strada".


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