Cronaca

La società pubblica Serinar licenzia 4 lavoratrici: il caso finisce in tribunale

Nella vertenza del licenziamento di 4 dipendenti di Serinar, la società pubblica che si occupa dei servizi universitari, si passa dalle trattative sindacali al tribunale

Alberto Zambianchi

Nella vertenza del licenziamento di 4 dipendenti di Serinar, la società pubblica che si occupa dei servizi universitari, si passa dalle trattative sindacali al tribunale. Lo spiega il sindacalista della FISASCAT-CISL Matteo Fabbri: “Essendo stati inutili i pregressi tentativi, messi in campo nel corso della vertenza, al fine di individuare soluzioni che potessero portare alla conservazione del posto di lavoro o ad una eventuale ricollocazione, i licenziamenti delle quattro lavoratrici di Ser.In.Ar, nostre iscritte, sono stati impugnati presso il Tribunale di Forlì”.

Serinar è una società in gran parte pubblica, guidata dal presidente della Camera di Commercio Alberto Zambianchi e con due ex assessori alla scuola nel suo consiglio di amministrazione (Loretta Lega e Margherita Collareta). Formano la compagine sociale il Comune di Forlì, il Comune di Cesena, il Comune di Predappio, Provincia di Forlì-Cesena, Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena e Camera di Commercio di Forlì-Cesena. Dice Fabbri: “Questa vicenda non può di certo passare nel silenzio poiché dietro il licenziamento di queste lavoratrici, soggetti forse sconosciuti per la collettività, ci sono in realtà quattro persone che si sono trovate “in mezzo alla strada” mettendo purtroppo in difficoltà anche le proprie famiglie!

Ed ancora: “Pur trattandosi di un’azienda a capitale pubblico, non abbiamo percepito quella sensibilità che ci si aspetterebbe di norma da realtà che, per antonomasia, non possono di certo essere definite di “matrice padronale”. Solo giunti in giudizio l’azienda ha accennato ad una possibilità di mediazione, fra l’altro di natura esclusivamente provocatoria, proponendo due misere mensilità a titolo di tacitazione della controversia; ovviamente tale blanda proposta è stata rifiutata dalle lavoratrici, le quali sono in causa per un principio di discriminazione e violazione dei criteri di scelta”.


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