Meteo, l'esperto: "Ecco perchè è nevicato di più. E non è finita"
Nei giorni dello storico "nevone" del 2012 i fiocchi sono tornati ad imbiancare buona parte della pianura romagnola. Particolarmente colpito l'asse Imola-Forlì
Nei giorni dello storico "nevone" del 2012 i fiocchi sono tornati ad imbiancare buona parte della pianura romagnola. Particolarmente colpito l'asse Imola-Forlì, dove le precipitazioni sono state più intense rispetto alla previsioni. Il passaggio perturbato è stato rapido, ma da circa metà settimana e fino al prossimo weekend, come annuncia Pierluigi Randi, meteorologo-previsore di MeteoCenter.it/Meteoromagna.com, saranno possibili nuove fasi di instabilità con possibilità di precipitazioni nevose anche nelle zone di pianura
Dottor Randi, le previsioni indicavano fenomeni di pioggia mista a neve. Ma sabato sera la neve è scesa copiosa. Come mai?
"Le precipitazioni nevose hanno interessato essenzialmente l'asse Imola-Forlì, mentre altrove si è avuta solo pioggia o pioggia mista a neve sul lughese; tuttavia gli accumuli al suolo sono risultati alquanto modesti sulle aree pianeggianti (valori tra 3 e 5 cm), mentre sono stati più consistenti a partire dalle prime colline del comparto ravennate-forlivese; peraltro sulle zone di pianura prima e dopo la fase di neve si è avuta pioggia che ha limitato gli accumuli.
Per i prossimi giorni cosa bisogna attenderci? C'è il rischio di nuove nevicate?
"Il passaggio perturbato è stato assai veloce ed il miglioramento, peraltro già in atto, proseguirà anche per domenica con schiarite sempre più ampie, mentre domani, lunedì, avremno prevalenza di cielo sereno o poco nuvoloso salvo il passaggio di lievi velature. Temperature minime in calo con deboli gelate notturne, in particolare su pianure interne e vallate appenniniche, ma con valori non particolaremente bassi e tipici delle normali gelate di inizio febbraio.
Nel corso della prossima settimana si avranno però nuove discese di aria fredda dal nord Europa/Mare del nord (che non saranno mai gelide come quelle di febbraio 2012 quando provennero direttamente dalla Siberia) associate al passaggio di nuovi sistemi frontali nordatlantici. Quindi da metà settimana circa e fino al prossimo week-end saranno possibili nuove fasi di instabilità con possibilità di precipitazioni nevose anche nelle zone di pianura; in tal senso maggiori possibilità sembrano esserci in prospettiva del prossimo week-end, ma ovviamente dovranno essere confermate vista la distanza temporale.
In ogni caso dopo un periodo sostanzialmente mite ci attende una fase con connotati più spiccatamente invernali, sebbene non si vedano all'orizzonte eventi di particolare intensità che possano richiamare alla mente il nevosissimo febbraio 2012, che, per inciso, ha tempi di ritorno dell'ordine di 50-60 anni, quantomeno sotto il profilo delle precipitazioni nevose".
E' un inverno particolarmente piovoso e "più mite" rispetto a quelli precedenti. Per quale motivo?
"Il motivo principale risiede nel fatto che, a parte i primi 15 giorni di dicembre 2012, la circolazione atmosferica su scala euroatlantica è stata dominata dalle correnti oceaniche con traiettoria media ovest-est, a causa di una elevata attività a carico della depressione semipermanente d'Islanda (una figura barica tipica del semestre freddo in Europa). Tale tipo di circolazione facilita l'ingresso sul continente europeo, ed anche sul bacino del Mediterraneo, di masse d'aria sostanzialmente miti ma alquanto umide, e veicola numerose perturbazioni atlantiche che facilmente attraversano la nostra penisola innescando spesso piovose depressioni mediterranee.
Nel contempo le correnti occidentali tengono a freno l'avanzata verso ovest o sud-ovest delle gelide correnti continentali, le quali in questi casi rimangono rintanate nel comparto russo facendo solo fugaci apparizioni sull'Europa orientale. Fino ad ora si trattato quindi di un inverno di "stampo" atlantico, senza ondate di freddo particolarmente importanti ma con numerosi episodi di tempo perturbato. Questo tipo di circolazione, che fu molto frequente ad esempio negli anni '70, porta normalmente ad invernate non particolarmente fredde, anzi sovente miti, ma con precipitazioni frequenti e talora anche abbondanti; non a caso due degli inverni più piovosi in assoluto si ebbero nel 1972 e 1973, quando la circolazione fu nettamente dominata dalle correnti atlantiche; ma entrambi furono relativamente miti".