Sanità, importante incarico per l'infermiera forlivese Raffaella Fuzzi
Il Peripherally Inserted Central Catheters è un sistema venoso centrale inserito per via periferica, destinato ad un utilizzo sia continuo che discontinuo
L'infermiera forlivese Raffaella Fuzzi, in servizio all'Unità Operativa di Senologia di Forlì, diretta dalla dottoressa Annalisa Curcio, è stata nominata in questi giorni vicepresidente dell'Italian Vascular Access Society. Si tratta di una società scientifica aperta a quanti si occupano di accessi vascolari ed alla collaborazione con altre società scientifiche ed associazioni di pazienti. E' stata fondata nel 2015, a Roma, ed ha come principale obiettivo la salvaguardia del patrimonio venoso dei pazienti.
"La società - spiega la dottoressa Marta Mengozzi, responsabile del Peripherally Inserted Central Catheters Team forlivese - è stata costituita allo scopo di implementare la professionalità degli operatori e migliorare lo stato di salute e la qualità di vita del paziente, mediante lo sviluppo della buona pratica clinica nel campo specifico dell'accesso vascolare. Per fare questo l'Italian Vascular Access Society organizza e gestisce corsi di informazione/formazione professionale, e contribuisce alla promozione della ricerca scientifica. Fra i soci fondatori provenienti da tutta Italia annoveriamo anche il dottor Secondo Folli, già primario a Forlì, e l' infermiera Raffaella Fuzzi, inoltre, fra i primi iscritti alla società, ci sono stati i componenti del Peripherally Inserted Central Catheters team forlivese"
Il Peripherally Inserted Central Catheters
Il Peripherally Inserted Central Catheters è un sistema venoso centrale inserito per via periferica, destinato ad un utilizzo sia continuo che discontinuo, per un periodo di tempo di norma compreso tra una settimana e tre mesi. Consente quindi tutti gli utilizzi tipici dei cateteri venosi centrali ma rispetto a questi, presenta i seguenti vantaggi: evita il rischio di complicanze meccaniche alla inserzione, tipico della puntura venosa centrale diretta, ha unbasso rischio di complicanze batteriemiche, un minor rischio di trombosi venosa centrale; può essere posizionato da personale medico o infermieristico adeguatamente addestrato, non necessita di competenze di tipo anestesiologico o chirurgico; può essere utilizzato anche in modo discontinuo, senza aumentare il rischio di complicanze ostruttive o infettive. Il Peripherally Inserted Central Catheters team è costituito da una squadra di infermieri e medici, specificatamente addestrati, che provvedono al posizionamento del dispositivo vascolare Peripherally Inserted Central Catheters.
"Forlì è stato fra i i primi ospedali in Italia, nel 2006, a costituire un Peripherally Inserted Central Catheters team - spiega la dottoressa Mengozzi - Seppure fra mille difficoltà, c'è sempre stato un grande interesse ed entusiasmo da parte nostra nei confronti di questi argomenti ed è sempre stata presente una buona attività da parte di vari gruppi di impiantatori di accessi vascolari all'interno dell'ospedale, per offrire ai pazienti più opportunità possibili". E a coronare questo impegno, al Secondo Congresso Nazionale 'Italian Vascular Access Society, che si è svolto nei giorni scorsi a Milano arrivata la nomina come vicepresidente all'infermiera forlivese Fuzzi.
Al convegno era presente un'ampia rappresentanza dell'Ausl Romagna, in particolare dall'ospedale di Forlì, la dottoressa Mengozzi, medico di Chirurgia Toracica; la stessa Fuzzi, infermiera di senologia; Massimiliano Mengozzi, infermiere di anestesia; il dottor Stefano Gaetani, medico referente accessi vascolari per la rianimazione ed anestesia; Valentino Rambaldi, infermiere di anestesia; e infine il dottor Sergio Spiezia, medico del Pronto Soccorso/Medicina d'urgenza, esperto di accessi vascolari. "Siamo molto soddisfatti della nomina di Fuzzi - conclude la dottoressa Mengozzi - che rappresenta per noi un grande riconoscimento ed un grande onore. Ovviamente ci impegniamo ad aiutarla e a svolgere questo compito nel migliore dei modi, cercando anche di costruire insieme un altro "sogno nel cassetto", la costituzione del Vascular Access Team".