Cronaca

Colpo in banca, i retroscena degli arresti: "Agito in modo esemplare"

Gli arresti sono l'epilogo di un'articolata indagine del Commissariato di Polizia di Imola, iniziata la scorsa estate a seguito di una serie di rapine nel circondario imolese

“Hanno agito in modo esemplare e professionale”. Claudio Cagnini, dirigente della Squadra Mobile di Forlì, e Sergio Culiersi, alla guida del Commissariato di Polizia di Imola, portano gli elogi del Questore di Forlì-Cesena, Salvatore Sanna, e di Bologna, Ignazio Coccia, agli agenti che venerdì pomeriggio hanno assicurato alla giustizia i responsabili della rapina messa a segno a Forlimpopoli alla Cassa di Risparmio di Ravenna, in via Duca D'Aosta. Le manette sono scattate per tre partenopei, uno dei quali, un 44enne residente a Forlì, ritenuto il basista della banda. Gli altri due, rispettivamente di 44 e 47 anni, sono arrivati dalla Campania mercoledì scorso. Tutti sono già noti alle forze dell'ordine.

LE INDAGINI – Gli arresti sono l'epilogo di un'articolata indagine del Commissariato di Polizia di Imola, iniziata la scorsa estate a seguito di una serie di rapine nel circondario imolese. Gli inquirenti, raccogliendo testimonianze e acquisendo le immagini delle telecamere di videosorveglianza, sono arrivati ad un gruppetto di campani, già noti alle forze dell'ordine. Mercoledì scorso due di questi sono arrivati a Forlì, trovando appoggio nell'abitazione di un partenopeo di 47 anni. 

PEDINAMENTI – E' iniziata una lunga serie di pedinamenti, che ha coinvolto anche gli agenti delle Squadre Mobili di Bologna e Ravenna. Gli investigatori hanno seguito i movimenti del basista, che nel corso dell'ultima settimana ha battuto tra il faentino e il cesenate. Nella nottata tra giovedì e venerdì la banda è entrata nella fase operativa, rubando una “Lancia Y10” a Faenza. Sarebbe stata l'auto che nelle ore successive sarebbe stata utilizzata per l'assalto.

LA RAPINA – L'ora del colpo, presumibilmente studiato a tavolino, è scoccata intorno alle 15. All'interno della Cassa di Risparmio di Ravenna di via Duca D'Aosta vi erano una quindicina di persone tra clienti e dipendenti. Mentre il basista aspettava a non molta distanza a bordo della sua “Toyota Rav 4”, i banditi si sono materializzati sul posto con la “Lancia Y10”. Uno indossava un cappellino del Barcellona, l'altro un berretto scuro griffato “Adidas”. Entrambi avevano il volto camuffato da occhiali da sole. E uno dei due, per non lasciare le impronte, si era applicato della colla sui polpastrelli delle mani.

I rapinatori, armati di cutter, hanno fatto accomodare i malcapitati in una stanza dove non era possibile esser visti dall'esterno, mettendoli inoltre nella condizione di non dare allarmi. Hanno atteso circa cinque minuti per l'apertura della cassaforte temporizzata, per poi metter mano al bottino. Circa 30mila euro. Quindi sono fuggiti via, salendo in seguito a bordo del “Toyota Rav 4”. Non sapevano che erano tenuti a vista da ben otto pattuglie della Polizia.

LA CATTURA – Con una manovra “a tenaglia” gli agenti della Squadra Mobile di Forlì e del Commissariato di Polizia di Imola sono riusciti a bloccare i malviventi nei pressi dell'abitazione del basista. “Abbiamo agito con la massima attenzione e nel momento giusto, facendo in modo che nessuno si facesse male”, hanno evidenziato i dirigenti Claudio Cagnini e Sergio Culiersi. Nel corso della perquisizione domiciliare è stata recuperata una pistola replica priva del tappo rosso.

I tre, accusati di rapina aggravata, ricettazione e porto di strumenti atti ad offendere, si trovano in carcere a Forlì a disposizione del pubblico ministero Federica Messina. La banda, secondo gli inquirenti, avevano probabilmente in mente anche un “piano B”. Era stata infatti rubata un'altra “Lancia Y10” a Forlì, parcheggiata a Faenza. Ora le indagini proseguono per far luce sulle rapine compiute la corsa estate nell'imolese. 


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