Economia

Le carni rosse fanno male? Per Cna se ne deve parlare, ma senza allarmismi

E' quanto afferma il presidente di Cna Alimentare Forlì-Cesena, Giorgio Giorgini, commentando lo studio dell'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro

"La nostra non è una terra di eccessi, ma al contrario buon cibo di qualità e convivialità fanno parte di quella tradizione di socialità che ci rende famosi nel mondo". E' quanto afferma il presidente di Cna Alimentare Forlì-Cesena, Giorgio Giorgini, commentando lo studio dell'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, che ha inserito le carni rosse e lavorate fra le sostanze che possono causare il cancro negli uomini. La Iarc ha deciso di catalogare fra i cancerogeni certi le carni rosse lavorate, quelle salate, essiccate, fermentate, affumicate, trattate con conservanti per migliorarne il sapore o la conservazione. Il consumo di carne rossa è stato invece inserito nella lista dei probabili carcinogeni per l’uomo.

"Occorre - afferma Giorgini - chiarire quali sono i reali margini di rischio, non solo  sapere in che lista si trova una certa sostanza, ma anche quali sono i dosaggi e la durata d’esposizione oltre le quali il rischio diventa reale e non solo teorico. Infatti, l’Italia è il Paese della dieta mediterranea, delle diversità alimentari, del buon cibo ed il consumo di carne è tra i più bassi dell’Unione Europea, e per nulla raffrontabile a quello di Stati Uniti e Sud America. Studi riferiti proprio al nostro territorio, hanno evidenziato che negli anni ’90, nella provincia forlivese, c’era una mortalità per tumore allo stomaco pari a quella del Giappone ( 74 persone ogni 100mila abitanti per anno) mentre oggi,  grazie ai nuovi stili di vita, l’incidenza si è ridotta a 20/25 persone per 100mila abitanti all’anno”.

“Lo studio dell’Iarc - prosegue Giorgini - si riferisce a dati globali che non tengono conto delle peculiarità della produzione nazionale di carne rossa e salumi, dove si è ridotta la presenza di grasso nelle carni, l’uso degli additivi è limitato e dove si conservano antiche tradizioni di stagionatura dei salumi, che continuano a fare del nostro Paese, il Paese del mangiare bene, sano, variegato ed equilibrato. La dieta mediterranea, in cui pasta, pizza e verdure la fanno da padroni, è il vero toccasana alimentare per chi la segue. La nostra non è una terra di eccessi, ma al contrario buon cibo di qualità e convivialità fanno parte di quella tradizione di socialità che ci rende famosi nel mondo".
 


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