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A Forlì arriva la personale di Monica Padurean intitolata "Colori"

Verrà inaugurata sabato, alle ore 16.30, nella Sala Albertini, la mostra personale di Monica Padurean "Colori". La mostra resterà aperta fino al 30 dicembre dal lunedì al sabato dalle ore 16.00 alle ore 18. 00. Fin dalla prima volta che mi è capitato di ammirare i suoi quadri mi ha colpito la capacità di Monica nell'utilizzo dei colori, una sapiente tecnica pittorica e una creatività che si esprime sulle tele e in particolare sulla "composizione" di sculture di carta. In questa mostra presenta opere dedicate alla natura e al paesaggio, in sostanza al creato come decantato da San Francesco d'Assisi nel "Cantico delle Creature", in particolare dove viene posto in evidenza che tutte le cose del creato, il sole, la luna, le stelle, il vento, l'aria, l'acqua, la madre terra, sono belle e utili alla vita degli uomini. Il messaggio del cantico risulta valido ancora oggi: gli uomini in qualsiasi parte del mondo vivano devono rispettare gli altri ed essere in armonia con la natura. Come per i quadri di Monica Padurean che ci riconciliano con quanto di bello ci circonda perché è la stessa artista che, rimanendone affascinata, riesce ad esaltarne la straordinarietà. Nel corso degli ultimi decenni alcune qualificate riviste romagnole hanno pubblicato una serie di studi sull'ambiente che caratterizza il nostro territorio da Bologna al Montefeltro, dall'Appennino tosco-romagnolo al mare. Sono state analizzate le condizioni in cui si trovavano le valli, la collina, l'Adriatico e naturalmente l'agricoltura, nonché la fauna soprattutto sull'Appennino. Largo spazio è stato dato alle residenze monumentali, specialmente le ville private disseminate in campagna, che testimoniano il ruolo di un ceto nobiliare che nel momento di massima ascesa sociale tra '700 e '800 amava trasferirsi fuori città per passare l'estate al fresco e a contatto con i lavori agricoli, dai quali dipendevano le loro sorti economiche, in residenze a volte più monumentali dei palazzi cittadini dove vivevano abitualmente. Nel rileggere quegli articoli si insinua dentro una certa inquietudine, come per qualcosa che incomba, quasi che la vita si svolga sul margine di un abisso, o un vuoto di distruzione che gli somigli. È sempre più percepibile una sensazione che ci porta a dire: o iniziamo a salvare il pianeta adesso altrimenti sarà la fine. Sempre più pensiamo a questa terra, la Romagna dove Monica e la sua famiglia hanno deciso di vivere e di essere parte attiva della collettività, pensiamo alla storia di questo territorio, alle grandi vicende di Ravenna capitale e dell'immenso porto, al suggestivo avvio della predicazione da parte di Sant'Antonio di Padova da un piccolo romitorio collocato sulle pendici di Montepaolo di Dovadola e la successiva rivelazione a Forlì; all'accoglienza riservata a Dante che in Romagna prima trovò rifugio come profugo nella valle dell'Acquacheta e poi sostegno e aiuto come scrittore e poeta. Allo stesso modo ricordiamo il salvataggio di Giuseppe Garibaldi, quando i patrioti romagnoli non si tirarono indietro neppure di fronte alla concreta minaccia e possibilità di essere fucilati dai soldati austro-ungarici che presidiavano il territorio per conto dello Stato Pontificio, così come rischirarono la stessa pena che l'esercito invasore tedesco riservava a chi aiutava quello anglo-americano durante il Secondo conflitto mondiale, quando altri patrioti salvarono un nutrito gruppo di altissimi ufficiali inglesi ripetendo per la seconda volta una "trafila" umanitaria che ha fatto storia. Pur con la consapevolezza che la millenaria e straordinaria storia dovrebbe insegnare che si possono superare le situazioni più difficili, oggi però ci troviamo di fronte a una svolta che ci deve portare a fare delle scelte radicali che tendano a salvaguardare la terra dal progressivo e devastante intento di sfruttare ogni sorta di bene naturale favorendo invece la conservazione dei luoghi e un processo di rinaturalizzazione. In questo processo conterà moltissimo il ruolo che svolgerà il mondo della cultura e dell'arte, soprattutto per quanto riguarda l'opera di sensibilizzazione dell'opinione pubblica che deve essere attuata mettendo in campo ogni possibile sforzo. Con questa esposizione Monica Padurean ha svolto la sua parte. Non è sicuramente la prima artista a farlo e non sarà nemmeno l'ultima, è necessario che sia seguita dagli altri artisti romagnoli e non solo.


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