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Dire Dante, appuntamento con "Un itinerario nella Forlì dantesca"

Seconda settimana di eventi collaterali del progetto "Dante. Tòta la Cumégia" 2017, terza edizione, che prevedono due cicli d’incontri: “Scrivere Dante” e “Dire Dante”. “Scrivere Dante”, patrocinato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Forlì, è un ciclo di quattro incontri con autori che, con diverse modalità, si sono confrontati con l’opera del Sommo Poeta, in particolare con la “Commedia”, che si svolge nella Sala Melozzo, piazza Melozzo, 8/10.

Mercoledì, dalle 17 alle 19, appuntamento con “Un itinerario nella Forlì dantesca” alla presenza di Gabriele Zelli (storico) e Marco Viroli (scrittore e giornalista). L’attestato di frequenza agli incontri dà diritto alla richiesta di crediti formativi. Con due condanne successive, 27 gennaio e 10 marzo 1302, conseguentemente agli scontri politici che imperversavano nella sua città, il poeta fiorentino venne condannato al rogo e alla distruzione delle sue proprietà. Da quel momento in poi non poté più rivedere la sua città natale. Le indicazioni dello storico forlivese Sergio Spada e gli approfondimenti di Viroli e Zelli, effettuati nel 2012 in occasione della pubblicazione del volume "Forlì. Guida alla città", consentono di proporre un itinerario dantesco all'interno delle antiche mura forlivesi, molto importante sia per valenza storica sia per rimandi letterari.

Troppo spesso accade che chi prende in considerazione la vita di Dante tenda a sottovalutare il rapporto strettissimo che l’Alighieri ebbe con Forlì, una delle prime città in cui trovò rifugio e accoglienza dopo la cacciata da Firenze. Fu qui, infatti, che, nel 1302, il Sommo Poeta fu ospite della famiglia Ordelaffi. Da qui, insieme a Scarpetta, capo del partito ghibellino e signore di Forlì, organizzò un tentativo di rientro a Firenze, impresa che non ebbe però esito felice poiché il podestà fiorentino, Fulcieri da Calboli, anch’egli forlivese e nemico degli Ordelaffi, riuscì ad avere la meglio nella battaglia per occupare il castello di Pulicciano. La successiva sconfitta dei guelfi bianchi e dei ghibellini sancì definitivamente l'impossibilità per Dante di fare ritorno in patria. Fu così che, con ogni probabilità, il “Ghibellin fuggiasco" iniziò proprio a Forlì a comporre I primi versi di quello che è divenuto uno dei più grandi poemi della storia dell’intera letteratura mondiale. Forlì si impone perciò di diritto all’attenzione generale per essere considerata città dantesca a tutti gli effetti. Le tante indicazioni e riferimenti presenti nella Divina Commedia consentono di proporre un itinerario dantesco all'interno del centro cittadino molto importante, sia per valenza storica sia per rimandi letterari.


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