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L'Ephemeris Duo protagonista del nuovo appuntamento di Entroterre Folk Club

Continua con un nuovo appuntamento la programmazione dell’Entroterre Folk Club, che domenica alle 17 presenta l'Ephemeris Duo. Il duo Ephemeris (Simona Gatto, voce, flauti, percussioni; Davide Gazzato, liuto rinascimentale, arciliuto, tiorba e flauti) si incontra nel 2015 all'interno dei Seminari di Musica Antica del Conservatorio B. Marcello di Venezia. Pur provenendo da esperienze differenti (Simona Gatto è nota al pubblico romagnolo per essere stata già voce solista del gruppo Alarc’h), ma uniti dall'amore per le tradizioni musicali del Mediterraneo, dei Balcani e del Medio Oriente, decidono di dar vita ad un progetto fluido, che abbraccia la musica antica (medievale, rinascimentale e barocca) e la musica popolare. Il programma che proporranno per il concerto alla Sala Aramini è incentrato sulla musica sefardita.

La musica sefardita, è la musica degli ebrei cosiddetti “spagnoli”, giacché Sepharad è l’antico nome della Spagna, loro terra di origine, e raccoglie il commiato che quel popolo esule affida alla memoria di questi antichi canti. Abbraccia un repertorio vasto e struggente, giunto fino a noi per tradizione orale (le prime trascrizioni musicali sono state realizzate soltanto nei primi anni del 1900). Era compito delle donne scandire – anche con il loro canto- la vita all’interno delle comunità: cantavano storie, e si accompagnavano col pandero (tamburello), unico strumento da loro utilizzato per battere il ritmo.

Nella struttura melodica della musica sefardita sono presenti tracce arcaiche: si conservano cadenze e forme in uso nella musica dei menestrelli dell’occidente medievale. Col passare del tempo elementi musicali di tradizioni estranee a quella spagnola hanno influenzato buona parte del repertorio sefardita : scale, modi, ornamenti, microtonalità, improvvisazioni guidate e stile interpretativo delle tradizioni del Mediterraneo (Turchia, Egitto) e dei Balcani (Yugoslavia, Bulgaria, Grecia). Molto evidenti restano però le tracce della terra di origine, poichè questi canti in lingua judezma (o ladina), una sorta di antico castigliano infarcito di parole incontrate "nel cammino", riecheggiano di sonorità dal sapore araboandaluso.

 
 


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