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Contaminazioni, integrazioni ed incroci: al via il festival di musica etnica "Sconfinando"

Prende il via venerdì, nello spazio verde della Cooperativa Balducci (ex bar Giardino), in piazzale della Vittoria, il Festival di Musica Etnica “Sconfinando”, giunto alla sua terza edizione, promosso dall’Aics di Forlì-Cesena, con la direzione artistica dell’associazione culturale "Marco Polo" Un festival che, come sottolineato dagli organizzatori, "vuole sconfinare nei territori musicali, nelle riserve mentali e dell’anima, nelle abitudini consolidate, nelle certezze assolute, nei pregiudizi e nelle intolleranze, insomma per superare qualsiasi barriera, qualsiasi esclusione".

Un festival tematico che si basa, secondo le intenzioni degli organizzatori, su tre direttrici: "le contaminazione di musiche, parole, stili, sapori, odori, sensazioni, sentimenti, usi, costumi e tradizioni; le integrazione di modi, abitudini, atteggiamenti ed esperienze; gli incroci di razze, di sguardi, di sogni, di religione, di parole forti, capaci di prevaricare una pericolosa intolleranza che si và annidando in molte teste, in molti cuori".

"Siamo pronti per affrontare tutto ciò, anche nel nostro quotidiano, nel nostro fare, proprio nelle  nostre città? - si chiedono gli organizzatori - Difficile ma obbligatorio se vogliamo dare un contributo specifico a questo problema. La musica potrebbe dare una forte contributo, con la sua enorme capacità di integrazione e contaminazione. Questa per noi è la strada da percorrere. L'organizzazione quindi di un Festival che diventerà per l’occasione teatro di vita, di incontri, di svago, in collaborazione con tutte le associazioni di stranieri presenti in città (Consulta degli Stranieri, collegata al Comune di Forlì, Migrantes, collegati con la Diocesi di Forlì, l’Ass. Papa Giovanni XXXIII, Centro per la Pace, Dialogos, e tante altre), con al centro la musica".

Nel primo anno 2016, il Festival si è focalizzato sulla musica del Centro Africa; nel secondo anno,2017, il festival si è concentrato sulla musica dell’Africa del Nord,il Magreb e quest’anno, dal cuore dell’Africa, col Coro dei rifugiati, ci si trasferisce nei Balcani, tra il Kosovo e l’Albania, e poi fino al Medio Oriente, la Persia,  sempre nell’ottica della contaminazione, dell’integrazione, della conoscenza, dell’amicizia, del rispetto reciproco. Venerdì l'appuntamento sarà con "Jack Manzoni e il coro di rifugiati africani" (15 elementi); venerdì 20 luglio Julian Ensemble (Iran) e venerdì 27 luglio Gjamadani Trio (Kosovo-Albania).

Il progetto di creare un gruppo di spettacolo fra Jack “Guitar” Manzoni e Il Coro dei Rifugiati, un gruppo di coristi provenienti da vari campi profughi della Romagna, è nato quando Jack, invitato una sera a suonare ad una festa in un campo, si è reso conto che con le canzoni di Bob Marley si possono ritrovare in armonia cantando allegramente insieme europei, africani, siriani ed tanti altri.“Così attraverso un paziente e faticoso lavoro - dice Jack Manzoni - ho cominciato a provare coi ragazzi più motivati e con un pò di aiuto da parte delle cooperative e delle organizzazioni che gestiscono i campi nel nostro territorio romagnolo abbiamo organizzato alcuni concerti e siamo stati invitati ad esibirci nell' ambito di alcuni eventi  sempre con un ottimo riscontro : Festa delle Culture di Ravenna Giugno 2017 , Peter pan di Marina di Ravenna luglio 2017, Meeting Etichette Indipendenti (Mei) Ottobre 2017 Faenza, Street food festival Settembre 2017 Ravenna, Imola in Musica giugno 2018”.

I concerti saranno animati dalle improvvisazioni dei Messaggeri dell’altro Mondo, un gruppo multietnico di "viaggiatori dello spazio” nato a Forlì per raccontare la cultura delle proprie origini con la bellezza delle parole, in collaborazione con il centro aggregativo Mandalà e l’agenzia di formazione Techne.


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