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Gianfranco Bendi presenta “La Divina Commedia in dialetto romagnolo"

Venerdì, alle 17.30 nella Sala Melozzo, in Piazza Melozzo, 8/10, secondo appuntamento del ciclo "Scrivere Dante. Gli autori a confronto col Sommo Poeta". Gianfranco Bendi presenta “La Divina Commedia in dialetto romagnolo". Introduce Paolo Rambelli. L'autore presenterà in anteprima "E' Paradis", terzo conclusivo volume della sua Divina Commedia in dialetto romagnolo. "La mia traduzione, oltre a dimostrare il mio amore per l’opera di Dante, è un esperimento (spero riuscito almeno in parte) per vedere come se la poteva cavare il romagnolo al confronto col volgare di Dante e se nel nostro dialetto ci fosse una struttura capace di “reggere quella poesia”,ed inoltre come se la poteva cavare il sottoscritto confrontandosi col Sommo Poeta, come ho scritto in proposito nel Canto XXXII dell’Inferno", afferma Bendi. "Infatti la mia, con buona licenza dell’Alighieri che spero non si rivolti nella fossa, è tutto meno che una traduzione letterale.Direi piuttosto che ho scelto la strada più difficile confrontandomi continuamente col testo dantesco,cercando di ricreare l’atmosfera ed il significato palese e nascosto  delle varie situazioni ma trasponendo il tutto in chiave moderna e calandolo nella mia Romagna con situazioni,fatti e personaggi che ricreassero i significati e le atmosfere del testo originale", conclude.
(Gianfranco Bendi)              

Te t’druv na lengva céra pió de sol,
e t’scriv di vìrs putént e sempitéran;
me a sò un sgrazié ch’u scriv in rumagnöl !

Te t’é s-ciaré’ i tu pen a mol int l’Ēran
me sol ‘na smulgadéna int e’ Bidént
e quel ch’a scriv un va a pasé’ l’invéran !


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