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- PROROGATO - In Limine, il percorso di Daniela Montanari tra le stagioni dell'arte

Presenza assai stimata in ambito pittorico e disegnativo, con encomi ricevuti nel tempo a livelli nazionali, Daniela Montanari propone un ricco corpus di opere, esplicative di un fecondo percorso di ricerca e di conoscenza tecnica e culturale. L’artista, dotata di elevato valore semantico ed iconografico, trae origine espressiva dalle somme stagioni storiche dell’arte, per una meta in dialogo con la contemporaneità, avvertita nel solco liminare di una verità esistenziale proiettata all’“oltre”. Risulta così superata la pura soglia del visibile e del percettibile in una rinascita di luce e colore che aspira ad un significante avvalorato in significato. Se le radici primigenie vanno ricercate nell’amore per il primo romanticismo tedesco e, in particolare, per Caspar David Friedrich, esse hanno, nel tempo, generato un’arte che non s’arresta ad una mera denuncia di immani silenzi e solitudini, ma si dischiude in espansioni di luce anelanti ad un rigenerante “altrove”. Gli spazi dell’agire di Daniela Montanari si avvalgono di volti e di luoghi che divengono confessioni dell’anima e che, a volte, possono interagire in metamorfica evoluzione. La mirabile e raffinata figurazione, meditata ed armonica, si avvale di cromie profonde, interiori, con frequenti approdi ai toni del blu: colore del mistero, della notte, ma anche della trascendenza e dell’alta spiritualità. A corollario di una figurazione chiara e puntuale, talora a contenuto religioso, si evincono brani più liberi e sfumati, ove appare il “vuoto”, concetto che l’artista ha mutualo dalla cultura estremorientale, interpretato, al pari dell’incisività poetica dell’haiku, come sintesi e pausa, come base strutturale evolvente in forma. In un suo scritto critico, così si espresse il curatore Enzo Dall’Ara: «Nella ricerca di una luce propositiva di vita, Daniela Montanari dipinge un viaggio mentale proiettato verso gli albori della conoscenza. Le opere denotano, pertanto, un tattile equilibrio compositivo, armonizzato su corrispondenze di forma e contenuto e deputato ad esprimere la continuità di un percorso artistico che si sviluppa sul ‘fil rouge’ della coerenza stilistica. La sicurezza del gesto pittorico fonda radici in una costante frequentazione segnica, in una filosofia dell’arte in cui il disegno è voce portante di mirabili creazioni, poeticamente assonanti coi dipinti. Pervenuta ad una sigla estetica di intenso valore espressivo, l’artista coglie, quindi, la verità esistenziale di un microcosmo interiore che, con dinamismo e fermezza, allude sempre al macrocosmo universale».


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