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La mostra di Salgado a Forlì: 245 scatti in giro per il mondo

Dal 28 ottobre 2016 al 29 gennaio 2017 la Chiesa di San Giacomo in San Domenico (Forlì) ospiterà la mostra “Genesi” di Sebastião Salgado, uno dei più importanti fotografi contemporanei.

A cura di Lélia Wanick, inseparabile collaboratrice e consorte di Salgado, la mostra si compone di una selezione di 245 scatti in bianco e nero, volti a “condividere”, secondo le parole dello stesso fotografo,“un mondo ancora intatto, che troppo spesso sfugge ai nostri occhi e alla nostra conoscenza”.

Il progetto ha impegnato l'artista per otto anni, nel corso dei quali ha affrontato 32 viaggi nei più remoti angoli del mondo, con spostamenti in barca, in mongolfiera, o su piccoli aeroplani: dai ghiacciai dell'Antartide fino alle vaste foreste tropicali, dalla taiga dell'Alaska al deserto del Sahara, accompagnato dalla moglie Lélia, dal figlio Juliano o dal collega Jacques Barthélemy. 

AMPLIATO L'ORARIO DI APERTURA

Le fotografie della mostra sono organizzate in cinque sezioni, in base ad un criterio geografico: Africa, Pianeta Sud, Santuari, Le terre del nord, Amazzonia, Pantanal. Il bianco e nero conferisce potenza e solennità alle immagini, estrapolandole dal periodo storico.

Come asserisce lo stesso fotografo, il progetto era stato inizialmente concepito come una protesta contro i danni perpetrati dall'uomo nei confronti del pianeta che lo ospita.
Nel corso del tempo e dei viaggi, lo scopo si è tuttavia evoluto: non più solo un monito contro le politiche di continuo sfruttamento ambientale, ma un vero e proprio atto d'amore nei confronti della Terra.

Genesi è un omaggio alla magnificenza della natura, in special modo a quella parte preservata dalla distruzione dell'uomo e rimasta immutata per millenni.
Salgado ne vuole mostrare lo splendore sotto ogni aspetto, e lo fa ritraendo luoghi incontaminati, specie animali selvatiche e comunità che hanno conservato intatte le loro identità e tradizioni, come la tribù degli Zo'é in Amazzonia, i Korowai nella Papua occidentale e i nomadi Nenci.
 


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