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Il maestro Bressan dirige ottanta musicisti per il “Titano” di Mahler

Si alza sulla prima Sinfonia il “Titano” di G.Mahler, il sipario del secondo appuntamento della stagione di musica classica a Forlì, lunedì 28 gennaio al Teatro Diego Fabbri alle ore 20,30. Il concerto fa parte del Progetto Formazione Maderna.Edu 19 e vede sul palco un ensemble di oltre 80 musicisti formato dall’Orchestra Maderna, dagli studenti del Conservatorio Maderna di Cesena e dagli allievi del Liceo Musicale Statale di Forlì . Dirige il maestro Filippo Maria Bressan.

Mahler si tormentò a lungo su questa partitura, sottoponendola a continue revisioni fra i primi abbozzi del 1884 e gli ultimi ritocchi del 1909. I movimenti passarono da cinque a quattro e l'ampliamento dell'organico strumentale dalle normali dimensioni ottocentesche raggiunse il gigantismo orchestrale tipicamente mahleriano: flauti, oboi e clarinetti passarono da tre a quattro, i corni da quattro a sette, le trombe da tre a cinque, i tromboni da tre a quattro e così via. Nel percorso Mahler diede all’opera il titolo di Titano, ispiratogli da un romanzo dello scrittore romantico Jean Paul in cui il compositore trovava i propri conflitti interiori rispecchiati nel personaggio di Roquairol che, non riuscendo ad afferrare la realtà, la reinventa e la assoggetta alla sua fantasia, senza riuscire però ad annullare un profondo disagio spirituale.  La Sinfonia nata come poema sinfonico dotato di un preciso percorso narrativo, a poco a poco vide recise le radici extra-musicali e conquistata l'autonomia della forma sinfonica. Oggetto della partitura è il rapporto fra natura e uomo, il senso dell'immensità, il rimpianto per l'innocenza perduta, e nello stesso tempo la sensazione di estraneità dell'uomo di fronte al mistero dell'esistenza: con momenti di estasi e di disperazione in continua interazione. Si intrecciano le autocitazioni che danno alla Sinfonia una forte dose di vissuto  con cui Mahler sembra voler affermare la propria individualità nella storia scrivendo la propria autobiografia spirituale in termini musicali. Il tutto guardando in avanti, elaborando i temi in modo dinamico e progressivo e anelando a superare i limiti con la nascita di una modernità linguistica che, secondo Adorno, anticipa terribilmente con mezzi passati ciò che deve venire.

Filippo Maria Bressan, considerato uno dei più innovativi e interessanti direttori della nuova scuola italiana sia nel repertorio operistico che in quello sinfonico-corale e barocco, è uno dei pochi direttori italiani ad essere invitato regolarmente a dirigere orchestre di massimo prestigio, quali l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’Orchestra e il Coro del Teatro La Fenice di Venezia, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI. Indicato dal maestro Giulini come un direttore di nobile ed elegante semplicità, eclettico, riservato, anticonvenzionale, sportivo, ha scelto di seguire le proprie passioni e di lavorare principalmente in Italia. Ospite regolare delle principali società concertistiche e dei maggiori festival di musica sinfonica, ha fondato, e vi si è dedicato per vent’anni, AthestisChorus&Orchestra, complesso barocco con strumenti d’epoca, divenendo uno dei protagonisti della rivalutazione della musica barocca in Italia e del repertorio corale e sinfonico.
Dal 2000 al 2002 è stato il maestro del Coro dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia, il più giovane direttore nei 500 anni del coro. Ha diretto quasi tutte le principali orchestre italiane, con un ampio ma selezionato repertorio che spazia dalle Ouverture di Bach a Rendering di Berio. Pianista di formazione ma anche cantante e compositore oltre che direttore, Bressan rappresenta una sintesi estremamente efficace ed assai rara di profonda conoscenza della tradizione vocale italiana e della grande scuola sinfonica tedesca.

Prevendite biglietteria Teatro Diego Fabbri: dal martedì al sabato ore 11.00 – 13.00 e 16.00 - 19.00. Orario: inizio concerto 20,30. La biglietteria serale apre alle ore 19:30 nelle sedi dei concerti: 0543 26355 


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