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"Memoria": Tinin Mantegazza espone al Foyer del Teatro Fabbri

Dall’11 novembre all’11 gennaio il Foyer del Teatro Fabbri ospiterà la mostra "Memoria" di Tinin Mantegazza. Un “regalo” che viene dall’amore di Tinin per Forlì, la città che lo vide Consigliere provinciale e dove, assieme a Ruggero Sintoni, realizzò il Teatro per la Pace. “Sono proprio tre sentimenti d’amore che ci hanno spinto a “costruire” questa mostra, assieme al Comune e alla Fondazione Tito Balestra Onlus di Longiano - spiega Tamer Favali, presidente dell’Anpi provinciale Forlì-Cesena - partendo da quello di Tinn per Forlì, poi dall’amore dell’Anpi per la cultura democratica e per la libertà, un amore che i nostri “ragazzi” di allora dimostrarono anche con il sacrificio, dandoci una Costituzione democratica dove cultura e libertà si sposano, approfondendo quel binomio che il movimento operaio ha sempre sostenuto, infine abbiamo fornito un’occasione in più per “esercitare” quel legame affettivo che esiste nella nostra città fra pubblico e Teatro e vedere opere di livello, entrando nel teatro stesso”.

Di Mantegazza “La Repubblica” scrisse: “alle 6 del mattino, (era a piazzale Loreto) accompagnato dal padre che «s' era messo il cappotto sul pigiama ed era sceso per verificare, in una città dove i telefoni non funzionavano più, quel tam tam di balcone in balcone, che diceva "il porco è morto"». Ha vissuto il dopoguerra lavorando al quotidiano La Notte come disegnatore, la stagione fantastica degli anni '60 l'ha passata mettendo in piedi un cabaret, in cui si esibirono i giovanissimi Cochi e Renato, Bruno Lauzi, Enzo Jannacci, Giogio Gaber, Paolo Poli. Non contento, negli anni '70 ha fondato il teatro Verdi e la compagnia teatrale Il Buratto. Ha lavorato molto con la Rai, costruendo con la moglie Velia più di duemila pupazzi teatrali e televisivi (fra cui, nel 1985, il pupazzo Dodo, protagonista della trasmissione L’Albero Azzurro) e collaborando –come la moglie- per lunghi anni con Enzo Biagi: realizzava i disegni delle schede del programma del giornalista poi epurato. Tinin Mantegazza, ligure di Varazze, milanese da quando aveva sei anni, ma dai primi anni 2000 trasferito a Cesenatico «perché lì la gente è più simpatica»”. 


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