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Il Mito di Miseria&Nobiltà racconta il presente

Michele Sinisi torna al Teatro Testori, questa volta con un dramma ispirato al testo farsesco scritto da Eduardo Scarpetta sul finire dell'800. Miseria&Nobiltà, in scena al Teatro Testori di Forlì l'1 febbraio alle 21 è l'ennesima prova di come il regista sia in grado di coinvolgere gli spettatori in uno spettacolo affascinante e appassionante: reinterpretando nuovamente un grande classico nella memoria collettiva, un vero e proprio mito della modernità, Sinisi ci racconta una storia tipicamente italiana, capace di essere attuale e autentica sia dentro che fuori la scena. È la storia di un povero squattrinato, Felice Sciosciammocca, che costretto a vivere di espedienti per rimediare a fatica un tozzo di pane, dà vita a una fitta tessitura di trovate dialogiche e di situazioni che rappresentano la summa dell’arte attoriale italiana e di quanto di meglio la storia del teatro (in particolare quella napoletana) abbia prodotto nel tenere il pubblico inchiodato alla sedia. 

Come una canzone pop il cui ritornello potrebbe essere ripetuto all'unisono da tutta la platea, i dialoghi e le scene di Miseria&Nobiltà sono un vero e proprio collante sociale, la ripetizione di un rito collettivo che unisce e diverte. Questo avviene senza dimenticare il lascito del cinema e la potenza espressiva che questo veicola; il grande schermo bianco che compare in scena ne è la prova più efficace. Si aderisce all'originale sì, ma tradendolo continuamente, in un gioco continuo di partiture teatrali tra le più interessanti per un qualsiasi attore che decida di misurarsi con il palcoscenico.  Un'occasione per interrogarsi sulla vita di oggi, un'occasione per interrogarsi sul teatro di oggi. “Torno nella miseria, però non mi lamento: mi basta di sapere che il pubblico è contento”, dice Sciosciammocca nell’ultimissima battuta della storia. Miseria&Nobiltà di un uomo, Miseria & Nobiltà del mestiere del vivere recitando.


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