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A Forlimpopoli la mostra "Il filo rosso della memoria"

Prosegue il percorso della mostra itinerante “Il filo rosso della memoria”, dedicata a Felicia e Peppino Impastato. Dopo essere stata presentata a Ravenna, Bagnacavallo e Cervia, l'esposizione giunge a Forlimpopoli. La mostra sarà visitabile dal 16 aprile al 1 maggio nella Sala Mostre di Piazza Fratti (dal lunedì al sabato dalle 15 alle 17, domenica e festivi dalle 10 alle 17) e proseguirà, poi,a conclusione di “filo rosso”, a Cinisi dal 5 al 6 maggio. L'evento è promosso da Cgil Ravenna - Assessorato alla partecipazione, coordinamento Libera Ravenna, presidio Giuseppe Letizia Libera Forlimpopoli, Anpi Bagnacavallo, associazione culturale Barcobaleno, Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, Comune di Ravenna, Comune di Cervia, Comune di Forlimpopoli, Comune di Bagnacavallo, Comune di Cinisi e con il patrocinio della Regione Emilia Romagna.

La mostra
Ci sono pittori autoreferenziali che si professano antimafia nel timore che la loro attività artistica non sia evidente agli occhi degli osservatori. Non è il caso di Pino Manzella, già amico e compagno di lotta di Peppino Impastato, solitario artista dell’impossibile, cioè sognatore di un mondo nuovo fino al limite dell’intimismo e del paradosso. Nella sua opera emerge ciò che lo accomuna a quella categoria di persone che fanno il loro mestiere, senza attribuirsi particolari meriti, ma semplicemente continuando a fare quello che hanno imparato alla bottega di un’antimafia attiva, solitaria e minoritaria quale fu quella del circolo di Peppino Impastato “Musica e cultura”. 

Il filo conduttore di questa mostra è la Sicilia rivisitata attraverso la lente dei suoi migliori interpreti, o mediante la condanna di alcuni suoi simboli negativi. Simboli e realtà della quasi secolare distruzione dei doni che stanno alla base della condizione siciliana e universale: la parola, il segno, l’esempio, l’azione, la sconfitta, il mistero e il paradosso, la ricerca della verità, la condanna senza mezzi termini, il valore della speranza.  Per questa ragione il visitatore troverà in questa mostra il filo conduttore dell’antimafia attraverso la raffigurazione delle migliori voci che la Sicilia ha avuto nel corso del Novecento: da Vitaliano Brancati ad Andrea Camilleri, da Leonardo Sciascia a Danilo Dolci.  C’è in questa Sicilia, non il vittimismo di chi ha dato tutto, come Felicia Impastato o le vittime delle stragi, ma la speranza e la parola liberatrice. C’è la memoria dell’infanzia perduta, ma anche la cultura nazionale ed europea, con la sua storia, il suo travaglio, le sue guerre civili di sempre. 

L'artista - Pino Manzella nasce a Cinisi (Palermo) nel 1951. Studia Lingua e Letterature straniere e si laurea all'Università di Palermo. Fin dai primi anni '70 disegna manifesti e vignette per le attività politiche e culturali animate da Peppino Impastato nel circolo Musica e Cultura prima e a Radio Aut poi. La Sicilia con i suoi eccessi di luce e le ombre della sua storia, è il centro ossessivo della sua ricerca artistica. Dagli anni Settanta espone in mostre personali e collettive e in rassegne di carattere nazionale e internazionale. Svolge attività grafica e le sue opere sono state pubblicate in alcune copertine della collana “Storia” dell'editore Franco Angeli, nonché in pubblicazioni del Rubettino, Scirocco Editore e per alcune produzioni discografiche. Vasta la bibliografia in cataloghi e riviste specializzate. Vive e lavora a Cinisi.


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