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"A proposito di tutte queste... signore": mostra dell'artista Miria Malandri

Dall'8 marzo al 30 aprile la Corte San Ruffillo di Dovadola ospiterà la mostra dell'artista Miria Malandri "A proposito di tutte queste... signore". Malandri è nata a Forlimpopoli, vive e lavora a Forlì. Dopo una formazione di tipo umanistico, ha frequentato il corso di Disegno Anatomico all'Università di Bologna. Nel corso della sua carriera artistica si è dedicata alla pittura con una passione tutta "romagnola" per le belle forme e i bei colori, usando un linguaggio classico che le ha permesso di affrontare qualsiasi tematica,  dalla natura morta al paesaggio, dal ritratto agli interni,mantenendo un assoluto rigore compositivo. La sua prima personale risale al 1972; fu allestita alla Galleria Mantellini, spazio espositivo forlivese ora non più esistente che aveva sede in uno dei locali posti sotto al loggiato di corso della Repubblica, quello a fianco dell'Hotel della Città. Dopo di allora ha riscosso  successo in tante altre mostre allestite in diverse città italiane.

Il critico d'arte forlivese Giordano Viroli ha scritto del suo lavoro: "Potrebbe esserci una buona ragione per resistere al fascino che esercitano i dipinti di "natura morta" di Miria Malandri, ma io non la conosco. Non sono argomentazioni critiche a renderli persuasivi,  è la chiaroveggenza delle immagini che attrae. Malandri ha la tipica disponibilità del "virtuoso" a rappresentare oggetti che abbiano in sé qualcosa di strutturalmente complesso, inesplicabile e attraente. Una scena che incontriamo con una certa frequenza nei suoi dipinti è quella del ripiano o tavolo o angolo di studio che la pittrice, nelle ore domestiche, ha eletto a dimora della sua creatività. Talora appartato tranquillamente presso la finestra, il piano di appoggio ospita, accanto alle suppellettili di uso comune (bicchieri, tazzine di caffè, bottiglie, ciotole), gli apparecchi dell'immaginario (calchi di gesso di antiche statue, strumenti musicali, libri rari), ma la presenza di questi ultimi non risulta necessariamente vincente sulla unione e autorità dei primi. Sperimentare e registrare le forme di oggetti dissimili fra loro per dimensioni, colori e funzioni, confrontare ciò che gli altri - pittori, operatori cinematografici - hanno elaborato da analoghe esperienze da tutte le parti balzano fuori le meraviglie del possibile. Gli oggetti, accostati gli uni agli altri, formano una rete di corrispondenza che cattura e lascia fuggire continuamente apparizioni - ombre, mezzetinte, riflussi, luminescenze - che l'artista vede sorgere in superficie".

Lo sbocco naturale delle ricerche artistiche di Malandri sono diventati nel tempo i dipinti di ispirazione cinematografica, dapprima come atto d'amore per il cinema, poi come rappresentazione di quanto il cinema "ruba" alla pittura. Nella scelta dei dipinti che verranno esposti a Dovadola particolare attenzione avrà la figura della donna protagonista di film di grande impatto culturale e sociale.


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