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Teatro, utenti del Centro diurno e studenti recitano il nuovo razzismo

Nell’ambito della 6a edizione del Progetto "Un palcoscenico per tutti" (che vede protagonisti di un’esperienza teatrale studenti e utenti psichiatrici) promosso dal Dipartimento di Salute Mentale e dal Centro Diego Fabbri di Forlì e dal Liceo Psicopedagogico e delle Scienze Umane di Forlimpopoli martedì 9 maggio 2017 ore 10.30 al Teatro Testori di Forlì, viale Vespucci n. 13  la Compagnia Banco di Prova formata da studenti del Liceo Psicopedagogico di Forlimpopoli e dagli attori della Compagnia Il Dirigibile (costituita da utenti del Centro Diurno via Romagnoli  del Dipartimento di Salute Mentale di Forlì) presenta "Vite senza permesso", trame migranti interpreti Agnese Gessi, Alex Andzic, Anna Fantini, Daniele Frignani, Elisa Succi Cimentini,  Federico Ballerini, Gessica Gaudenzi, Giovanna Piunno, Giusi Pinto, Linda Albani, Loredana Milandri, Lucrezia Tacconi, Michela Pantieri, Michele Santolini, Samira Chariou, Nayke Ascari, Sara Benini, Silvia Berti, Sofia Burchi, Tommaso Venturelli, Veronica Tedaldi, Virginia Colella, Zaira Ciullo montaggio ed effetti sonori di Alberto Ferrari e Agnese Gessi musiche dal vivo di Tommaso Venturelli coreografie a cura di Virginia Colella referente scolastica del Progetto Desirée Bazzocchi sceneggiatura e regia di Michele Zizzari


Ingresso gratuito

L’opera è dedicata a Mandiaye Ndiaye (regista senegalese e attore del Teatro delle Albe di Ravenna  scomparso prematuramente nel 2001) e a Emmanuel Chidi Namdi, migrante nigeriano barbaramente  ucciso per razzismo nel 2016 a Fermo da due balordi italiani.  Un particolare ringraziamento alla giornalista Manuela Foschi per il libro-inchiesta Vite senza permesso edito dalla EMI, dal quale abbiamo preso in prestito il titolo e la storia di Mandiaye Ndiaye.
Contenuti - Una sequenza di quadri e suggestioni sceniche, canzoni e coreografie che raccontano storie reali del nostro tempo, le aspirazioni, le speranze, le illusioni, le delusioni e le molteplici motivazioni che hanno spinto e spingono popoli e persone a emigrare. Un intreccio di esperienze umane che ha come protagonisti le odissee più o meno fortunate dei Nessuno di adesso, di quelli che continuano ad attraversare mari, confini e terre per trovare nuovi orizzonti alla propria esistenza, per sete di conoscenza, per scampare alla guerra e alla persecuzione, o semplicemente per necessità, come per il passato è toccato a tanti italiani.


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