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Tra architettura e pedagogia, si studiano le Colonie del ventennio fascista

Lunedì 18 novembre alle 20.45 al Centro Sociale del quartiere Cava di Forlì si tiene la presentazione del volume "Colonie nel ventennio fascista".

Nel corso della serata sono previsti gli interventi di Giuseppe Masetti direttore dell'Istituto storico della Resistenza di Ravenna, Roberta Mira e Simona Salustri dell'università di Bologna, Giancarlo Cerasoli pediatra e storico della medicina e Laura Orlandini dell'Istituto storico della Resistenza di Ravenna.

Segue la proiezione di un filmato dell'istituto Luce.

Lungo la riviera romagnola, tra Marina di Ravenna e Cattolica in un tratto di costa di circa 80 km, sono sorte nel secolo scorso circa 240 colonie estive per bambini e adolescenti. Nel tempo gli edifici sono diventati opere architettoniche di grande suggestione e di notevole qualità artistica.

Oggi molti di questi edifici presentano elementi di forte degrado. Numerosi studi di architetti, urbanisti e storici del paesaggio hanno studiato e indagato ampiamente questi spazi.
Gli Istituti Storici della Romagna hanno ritenuto opportuno promuovere una ricerca approfondita sulla storia e le funzioni delle colonie negli anni trenta, quando le colonie estive per l'infanzia divennero lo spazio d'elezione in cui forgiare una nuova generazione di italiani. Non più solo funzione terapeutica e ricreativa, si pensò che l' ideologia fascista abilmente propagandata r insegnata in quei luoghi, potesse plasmare gli italiani.


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