Meteo

Luglio 2022 un mese desertico: "E' stato il secondo più caldo dal 1950. Siccità? Non si notano occasioni per piogge importanti"

L'INTERVISTA - Focus con Pierluigi Randi, tecnico meteorologo certificato e meteorologo Ampro (Associazione meteo professionisti)

Nella foto di repertorio la diga di Ridracoli

Siamo agli esordi di nuova fase particolarmente calda, con la colonnina di mercurio che si spingerà su valori nettamente al di sopra della norma. Tuttavia, puntualizza Pierluigi Randi, tecnico meteorologo certificato e meteorologo Ampro (Associazione meteo professionisti), "non è in arrivo nessuna nuova onda di calore, ma semplicemente non è mai terminata quella iniziata tra il 13 e il 14 luglio, che ha subìto un'attenuazione nei giorni 27, 28 e 30 luglio". Il mese di agosto ha ereditato un luglio praticamente desertico, mentre da inizio anno manca circa il 40% delle precipitazioni. 

Randi, che sia stato caldo e siccitoso è davanti agli occhi di tutti. Ma numericamente, che luglio è stato?
Si è trattato ovviamente di un luglio caldissimo, con un’anomalia di temperatura media di +2,5°C rispetto al periodo 1981-2010 (periodo nel quale le medie erano già aumentate parecchio a causa del riscaldamento globale), che lo colloca al secondo posto tra i più caldi dal 1950 dopo quello del 2015 (anomalia di +2,9°C). In pratica, escludendo il periodo 8-12 luglio, il mese è stato attanagliato da un’onda di calore pressoché ininterrotta, con la fase pia severa tra i giorni 20 e 25.

Un'altra considerazione: le temperature massime estreme stanno aumentando più sensibilmente rispetto alla media delle temperature massime?
Le temperature massime estreme stanno aumentando più sensibilmente rispetto alla media delle temperature massime praticamente sulla totalità del continente europeo, ma con un segnale più “forte” sull’Europa centro-occidentale (Spagna, Francia, Benelux, Germania), ma anche sulla Pianura Padana, e sul Mediterraneo occidentale. In altre parole, a fronte di un aumento nella media delle temperature massime estive, c’è un incremento ancora più sensibile sui valori estremi, prova ne sia che proprio nel luglio 2022 sono stati battuti diversi record di temperatura massima assoluta per questo mese, come ad esempio a Lavezzola, Bagnacavallo, Lugo, Faenza, Granarolo Faentino, Brisighella, San Pietro in Vincoli e Ravenna nel ravennate, e anche a Forlì. Il valore massimo più elevato in assoluto è stato toccato a Granarolo Faentino (Ravenna) con 41,2°C registrati dalla locale stazione Arpae il giorno 23; ma valori sopra i 40°C sono stati rilevati in vaste aree del faentino, del lughese e del forlivese. Nessuna sorpresa comunque, i modelli di clima ci avevano avvertito, proprio sul sensibile incremento del valori estremi, già da diverso tempo.

Nell'elaborazione grafica si può osservare come le temperature massime estreme stiano aumentando più sensibilmente rispetto alla media delle temperature massime.

Dal punto di vista pluviometrico, invece, è stato tra i mesi di luglio più siccitosi?
Si è trattato di un mese estremamente secco, con un deficit di precipitazione di ben l’84,3%, tuttavia, luglio 2022 non è stato il più secco in assoluto: peggio ancora furono quelli del 2015, con deficit del 96%, e del 2017 quando l’anomalia di precipitazione fu del -88,5%. Ciò che preoccupa è il fatto che i mesi di luglio più secchi dal 1950 sono quasi tutti recenti,e questo mese sta diventando un periodo nel quale le precipitazioni sono occasionali. Ricordiamo che, nonostante si sia in piena estate, in luglio dovrebbero cadere tra i 40 e i 50 millimetri di pioggia (pianura e costa), mentre nel 2022 non si è arrivati nemmeno a 10 millimetri ad eccezione del ravennate più settentrionale.

Come ogni estate si è parlato del tema dei nuovi invasi. Ma c'è chi è contrario, puntando in particolar modo sui comportamenti più virtuosi e a progetti di riutilizzo delle acque reflue depurate per uso irriguo. Lei cosa ne pensa?
Le due soluzioni possono tranquillamente “convivere”, nel senso che qualunque strategia deve essere adottata allo scopo di “conservare” meglio l’acqua quando le piogge risultano generose, e nel contempo sprecarne di meno quando ne cade poca. L’emergenza climatica ci costringerà ad azioni efficaci per favorire adattamento, mitigazione e resilienza, le quali dovranno essere le tre parole chiave. In fondo è quello che “ci chiede” l'Unione europea attraverso il Pnrr, anche perché il problema è sì globale, ma l’area mediterranea è una cosiddetta “hot spot”, ovvero una zona nella quale gli impatti dovuti al cambiamento climatico sono più amplificati rispetto ad altre zone del mondo, come del resto ci dimostrano i dati, sia termici che pluviometrici, col periodo primaverile-estivo, quindi quello irriguo, che sta diventando il più delicato.

Nei giorni scorsi centinaia di pellegrini sono saliti al santuario di Montepaolo per invocare il dono della pioggia (leggi qui la notizia). Le preghiere saranno esaudite?
Non dobbiamo puntare sulla grazia divina, ma dobbiamo essere noi ad agire, in particolare per non farci trovare impreparati ad emergenze simili, anche perché la siccità attuale prima o poi avrà fine, ma altri eventi simili è assai probabile che arriveranno in futuro, dato che è uno degli scenari con il maggiore livello di confidenza per i prossimi decenni. Per il momento, nei limiti della predicibilità, non si notano occasioni per piogge importanti, vale a dire nei prossimi 6-7 giorni. Qualche locale temporale è sempre possibile, ma non sono questi episodi che risolvono il problema. È assai probabile che per avere precipitazioni di rilievo dovremo attendere il declino dell’estate, che per il momento non si vede.

Nella foto un momento del pellegrinaggio a Montepaolo col vescovo Corazza.

Come si evolverà questa arroventata estate?
Proseguirà molto calda con una nuova e intensa onda di calore che da mercoledì, e soprattutto giovedì, si protrarrà fino ai primi giorni della settimana, con temperature sia minime che massime molto al di sopra della norma. La prima metà del mese è molto probabile che trascorra con rilevanti anomalie termiche positive. Sulla seconda metà di agosto l’incertezza diviene importante e quindi non si possono fare previsioni meteorologiche attendibili, anche se prevale un’ipotesi di scenario con temperature medie ancora sopra norma, specie sul centro-sud Europa e bacino del Mediterraneo.

Nella foto le proiezioni sull'ondata di caldo in arrivo.

C'è già qualche proiezione per l'autunno? Ci sarà da preoccuparsi per la mancanza di piogge?
Anche in questo caso dobbiamo affidarci alla previsione d’insieme a livello di scenario: in tal senso vi sarebbe maggiore probabilità di un autunno ben più caldo della norma, specie nella prima parte la quale sarebbe anche piuttosto secca (scenario molto allarmante); più umida e piovosa la seconda parte delle stagione. Ma ricordiamo che siamo in campo molto delicato, quindi non prendiamo queste tendenze di massima come oro colato, anzi si deve sempre tenere presente il concetto di incertezza.

Questa estate ha acceso l'ennesimo campanello di allarme, quello della normalizzazione degli eventi estremi. Ma se non si muovono i grandi della terra, cosa può fare un semplice cittadino?
Il semplice cittadino deve attenersi a quello che chiamo “il senso civico climatico”, che non è espresso in nessuna costituzione ma che dovremmo imparare alla svelta. Quindi, ridurre gli sprechi, i consumi effimeri, andare verso un’alimentazione a chilometro zero, dotarsi di apparecchiature e dispositivi a basso consumo, limitare gli eccessi domestici (troppo riscaldamento in inverno, troppa aria condizionata in estate). Ma è chiaro che le grandi decisioni, quelle importanti, devono arrivare dalla politica. La scienza ormai da decenni ammonisce i decisori politici, ma spesso hanno fatto orecchie da mercante. Ora, con le emergenze attuali, sembra che la sensibilità aumenti (speriamo non solo a parole), e lo stesso Pnrr voluto dall'Unione Europea dovrebbe essere applicato senza tanti se e ma. Il tempo a disposizione non è moltissimo.


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