Politica

Guerra in Ucraina, Tassinari cita alla Camera il progetto ForLibano: "Il nostro obiettivo è la pace"

Così la deputata di Forza Italia Rosaria Tassinari, nell’intervento in Aula mercoledì scorso, durante le dichiarazioni di voto sul Decreto legge Nato-Sanità Calabria-Aifa

Nella foto Rosaria Tassinari

“Il Decreto legge Nato affronta tre tematiche importanti, la proroga della missione Nato, la Sanità calabrese e la governance Aifa, per le quali l’intervento è assolutamente necessario: ne va della credibilità internazionale del nostro Paese e dei servizi offerti ai a nostri cittadini. Per questo, annuncio il voto favorevole del Gruppo di Forza Italia”. Così la deputata di Forza Italia Rosaria Tassinari, nell’intervento in Aula mercoledì scorso, durante le dichiarazioni di voto sul Decreto legge Nato-Sanità Calabria-Aifa.

“L’aggressione dell’Ucraina - ha spiegato Tassinari - ha segnato uno spartiacque nella storia e la linea filo atlantica ha visto i partiti dell'attuale maggioranza, anche nella scorsa legislatura, sempre compatti. In questo momento non vi possono essere dubbi o arretramenti. L’Italia ha sempre avuto un ruolo particolare nelle missioni che ha svolto come membro di una comunità internazionale: siamo ‘militari esperti in umanità’. L'Italia, infatti, partecipa come membro di una comunità internazionale, in base agli impegni che prevede l'appartenenza all'Alleanza atlantica, con un importante impiego di uomini e di mezzi. Si tratta di una
partecipazione che Forza Italia sostiene in modo convinto, responsabile e culturalmente pensato a fondo e meditato, perché  la  sicurezza  nell’area euro-atlantica si può garantire  soltanto attraverso la cooperazione, l’azione comune e l’introduzione di missioni di pace e di mantenimento della pace”.

Applaudita dai colleghi che sostengono il Governo, la deputata romagnola ha proseguito: “Analizzando quanto sta avvenendo attualmente nella guerra in Ucraina, è ancora più opportuna la nostra presenza e il nostro impegno  all’interno dell’Alleanza  atlantica, perché conferma ancora una volta l’appartenenza dell’Italia ad una vasta comunità internazionale schierata per il sostegno all’Ucraina, affinché non perda la propria indipendenza. ‘Non ci può essere pace senza giustizia, ovvero senza il ritiro delle truppe che hanno invaso il territorio di uno Stato indipendente e senza il rispetto delle regole internazionali’, come ha sottolineato di recente il nostro ministro degli Esteri, il vice premier Antonio Tajani. A proposito di ritiro delle truppe che hanno invaso l’Ucraina e di trattative, l’Italia ha sempre avuto un ruolo particolare nelle varie missioni che ha svolto come membro di una comunità internazionale, perché ci basiamo su una visione umanistica nelle relazioni e nelle trattative fra uomini e popoli. Questa visione affonda le radici in un patrimonio di civiltà millenaria che ha come culla il Mediterraneo e come sviluppo l’intero Occidente”.

Dopo i calorosi applausi per questo passaggio appezzato dall’Aula, Tassinari ha proseguito: “Questo ruolo culturale italiano di ‘militari esperti in umanità’, che tutti ci riconoscono anche e soprattutto nelle missioni militari, lo vogliamo sottolineare con forza e mettere a servizio delle missioni Nato, compresa in particolare quella di cui stiamo parlando. In questo ruolo ci riconosciamo anche culturalmente e politicamente come ‘atlantici’, cioè italiani, europei e occidentali. Infatti, la mission dei militari italiani è anche quella di portare nelle zone di guerra non solo la pace, ma anche le condizioni perché la pace si trasformi in sistema di sicurezza, attraverso la difesa dei diritti fondamentali dell’uomo, attraverso lo sviluppo integrale dell’uomo, di tutto l’uomo, di ogni uomo e di tutti gli uomini e i popoli. Tutto questo può avvenire se, come stanno facendo i militari italiani nelle loro missioni in zone europee ed extraeuropee, portano anche strutture sanitarie, servizi tecnologici all’avanguardia e costruiscono opere che servono poi alle popolazioni locali”. A questo proposito la parlamentare forlivese ha citato come esempio il “Progetto Forlì per il Libano” o “ForLibano”, che l’ha coinvolta come assessore al Welfare del Comune di Forlì e che ha come protagonista il 66esimo Reggimento Trieste di Forlì in missione nel Libano del Sud nel 2021.

“Il progetto – ha spiegato la deputata suscitando la curiosità dei colleghi dell’Aula - è nato grazie a una lettera del colonnello Marco Licari del 66esimo reggimento Trieste, nel 2021 in missione di pace nel Sud del Libano, che chiedeva aiuti umanitari, collaborazione e una specie di gemellaggio con la città libanese di Tiro al sindaco Gian Luca Zattini di Forlì, città che ha risposto con sorprendente solidarietà. Dopo circa un anno di scambi di aiuti umanitari, di tecnologie avanzate e di strutture sanitarie e sociali, una delegazione libanese, guidata dall’ambasciatrice libanese in Italia, si è recata a Forlì per firmare
il patto di amicizia, ringraziare i militari del 66esimo Reggimento Trieste, ‘perché non sono soltanto soldati di professione, ma anche e soprattutto soldati di umanità, mantenendo la pace nella difficile società libanese formata da 30 etnie, per un totale di 4milioni e mezzo di abitanti, che accolgono due milioni di profughi’. Il progetto ha coinvolto tantissime realtà cittadine e del territorio romagnolo in modo sorprendente: il Comune di Forlì, la diocesi, la grande rete di solidarietà, del volontariato e del terzo settore, la generosità e l’amicizia di enti, associazioni, scuole e persone di questa meravigliosa terra di Romagna ora gemellata con la terra dei Cedri, in nome di una pace ancora tanto fragile, che si può costruire anche attraverso ‘soldati di umanità’. Durante la scorsa
estate gruppi di giovani e di scuole libanesi sono venuti in Romagna per fare spettacoli, concerti e incontri con i coetanei locali. Il progetto è solo all’inizio. Questo è solo un piccolo esempio per dire che i ‘soldati di umanità italiani’ possono e debbono seminare semi di umanità anche nelle iniziative per arrivare al ritiro delle truppe che hanno invaso l’Ucraina e per avviare le trattative di pace”.


Si parla di