Politica

"Prima o poi ti faranno fuori", dopo le minacce arrivano le scuse al deputato Di Maio. "Improvvide parole, sono dispiaciuto"

L'autore di quel commento nei giorni scorsi ha fatto pervenire una lettera di scuse, la cui pubblicazione è stata autorizzata dopo accordo con la controparte

Nella foto il deputato Marco Di Maio

"Prima o poi ti faranno fuori. Chiedi la scorta". Queste le minacce ricevute dal parlamentare Marco Di Maio a commento di un post pubblicato su Instagram nell'agosto del 2020 a seguito di un'iniziativa politica. A circa due anni dall'episodio, il responsabile ha inviato una lettera di scuse al deputato forlivese. Il fatto fu segnalato alle autorità competenti. L'autore di quel commento nei giorni scorsi ha fatto pervenire una lettera di scuse, la cui pubblicazione è stata autorizzata dopo accordo con la controparte. 

L'autore del commento, che non conosce personalmente Di Maio e che non risiede nel Forlivese, è imputato nel procedimento penale per aver rivolto nei confronti dell'esponente di Italia Viva tramite i social frasi che il responsabile stesso definisce "di inqualificabile violenza". Commentando un'attività politica dell'esponente di Italia Viva, scrive l'autore del commento nella lettera, "mi sono espresso con la vergognosa frase, resa con toni estremamente violenti, "Prima o poi ti faranno fuori. Chiedi la scorta".Il significato di tale frase è evidente e certamente non posso che essere dispiaciuto di questo mio errore".

"Molto spesso, nascondendoci dietro una tastiera, non riusciamo a comprendere sino in fondo la sostanza ed il peso delle nostre parole e tantomeno del valore del confronto anche con chi la pensa diversamente da noi; ci lasciamo trasportare dalla rabbia e dalla violenza verbale senza considerare le conseguenze che parole dure e minacce possono avere sia per la persona cui sono dirette, sia anche per chi gli vive a fianco - continua la lettera -. Oggi, riflettendoci, sono dispiaciuto, riconosco di aver sbagliato anche perchè il mio comportamento non può che fornire un esempio negativo inducendo a ritenere legittime condotte che tali non sono. Consapevole di tutto questo, voglio porgerLe le mie più sincere e sentite scuse per le frasi rivolte nei suoi confronti".

Prosegue la missiva: "Mi preme sottolineare come queste affermazioni sono state formulate in un particolare momento di stress emotivo e psicologico, che certamente non le giustificano, ma non appartengono alla cultura ed ai valori dello scrivente; questo per rassicurarla solo che non vi è dubbio alcuno che 'ab origine' non vi fosse pericolo per la sua incolumità o sicurezza, sebbene Lei non potesse averne alcuna consapevolezza, e che giammai alle improvvide parole sarebbero potuti seguire i fatti. Né le stesse avrebbero mai voluto condizionare o limitare la libertà o l'azione politica e sociale del destinatario".

Aggiunge l'autore del commento: "Devono però essere valutate, come detto, tutte le conseguenze che parole quali quelle da me espresse possono avere, soprattutto tenendo conto del mezzo utilizzato il quale consente a più persone e sconosciuti di poterle leggere con rischi che non sono preventivabili; certamente possono indurre ad una degenerazione di espressioni o atti non accettabile in una società civile. Anche per tale ragione Le chiedo di rendere pubblica la mia lettera di scuse con ogni mezzo che riterrà opportuno: se la mia lettera potesse servire affinchè anche una sola persona capisse o si rendesse conto dell'importanza di un uso corretto delle parole e del valore di un confronto civile anche sui social, evitando il mio stesso errore, avremmo sicuramente raggiunto un importante risultato. Ribadisco pertanto di essere mortificato per l'accaduto, e porgo le più sentite scuse".


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