Politica

Regionali, Ancarani (Pd): "Non sarò candidata al Consiglio: prima di crescere, bisogna dimostrare"

La segretaria territoriale del PD forlivese parla a ForlìToday e annuncia che al contrario di molti suoi colleghi segretari di federazione annuncia: "Prima di pensare ai posti, bisogna fare bene e dimostrare di saper portare risultati"

Tutti i riflettori della politica regionale e locale sono puntati in queste settimane sulle primarie per la scelta del candidato alla presidenza della Regione. Una sfida che vede il segretario del PD emiliano-romagnolo, Stefano Bonaccini, contrapposto all’ex sindaco di Forlì, Roberto Balzani (si vota il 28 settembre). Si avvicina, però, anche l’appuntamento con il rinnovo dei consiglieri regionali, ruoli altrettanto importanti nel collegare l’istituzione alla Regione. Scelte che anche il PD forlivese sarà chiamato a compiere. Valentina Ancarani, segretario territoriale del PD, in carica da un anno dopo essere stata eletta nel novembre scorso al posto del deputato Marco Di Maio, fa il punto della situazione. 

Ancarani, come intendete muovervi per la scelta dei candidati al consiglio?
Ci sarà un ampio coinvolgimento di tutti gli organismi del PD locale, dai circoli alla Direzione, partendo ad una valutazione sui consiglieri uscenti. E poi si arriverà ad una sintesi, nella massima serenità perché quello che conta non è occupare posti ma individuare persone che possano al meglio rappresentare il territorio forlivese.


In molte zone della regione si stanno candidando al consiglio i segretari provinciali del PD. Anche lei, dunque, sarà della partita?
No, non sarò candidata a nulla. L’ho comunicato anche alla mia direzione territoriale. 


Perché? Punta a risultati più ambiziosi?
Assolutamente, sono già in un ruolo di assoluta importanza e sono stata eletta a maggio scorso in consiglio comunale a Forlì. Guidare il PD forlivese oggi, alla luce dei risultati delle Europee, forza di governo nazionale e capace di esprimere figure di primo piano nel panorama politico locale e nazionale, è una grande responsabilità. Semplicemente penso che sia opportuno prima di tutto consolidare la propria esperienza nel ruolo che si ricopre, crescere, imparare (anche dagli errori, perché no) e poi eventualmente pensare ad altri incarichi. Ma prima bisogna dimostrare di far bene nei ruoli in cui ci si trova. Abbiamo rinnovato tanto, ora bisogna lavorare per consolidare una nuova classe dirigente che sia capace anche di produrre risultati concreti. La politica non è un ascensore sociale, ma uno strumento per cercare di migliorare le condizioni di una comunità.

Non pensa sia giunto il momento, come stanno facendo molte associazioni di categoria e sindacati, di pensare ad un’unica federazione del PD della Romagna?
Un’unica federazione romagnola del PD della Romagna è un obiettivo che condivido, ma anche un’utopia. Sarebbe già un ottimo passo in avanti giungere ad una maggiore integrazione con la federazione di Cesena e ad un vero ed effettivo coordinamento romagnolo del PD. Se ne parla da tempo, proveremo nei prossimi mesi a farlo diventare realtà. Già adesso, comunque, i contatti e le relazioni sono molto più intense rispetto al passato.

Forlì da oltre 20 anni non può contare su un proprio assessore dentro la giunta della Regione Emilia-Romagna. Questa sarà la volta buona?
Come ho detto prima, non ci candidiamo per occupare dei posti fine a se stessi. Certo il territorio forlivese ha pagato in questi oltre 20 anni l’assenza di una figura forte dentro la giunta regionale. E’ impossibile avere prima questa garanzia, ma certo non staremo a guardare. Anche perché abbiamo molte personalità in grado di poter far bene.


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