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Cane prima concesso e poi negato dal rifugio, lo sconforto di una famiglia: "Volevamo fare del bene"

Foto d'archivio

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Vorrei raccontarvi la mia storia. Tutto parte dalla morte di uno dei miei cani, un dobermann di 4 anni a seguito di un infarto. Ci siamo rivolti ad un rifugio di Forlì alla ricerca di un cane. Mi propongono un cane arrivato da poco, di 18 mesi di età, lo descrivono come un cane che forse ha sofferto ma che grazie alla sua elevata intelligenza risponde positivamente in brevissimo tempo agli insegnamenti. Decido di farlo a conoscere a mia figlia che se ne innamora subito e le volontarie decidono di provare a farcelo conoscere in un luogo neutrale. Ci troviamo, l'incontro va benissimo, mio marito tra l'altro è esperto di cani perché ha sempre portato i nostri cani non di piccola taglia a fare corsi, si è specializzato negli anni e ha un modo di porsi con gli animali che è empatico, quindi sempre le volontarie decidono di proseguire con la conoscenza e vengono a casa nostra col cane una mattina per vedere il posto e per capire come avrebbe interagito col nostro pastore e coi nostri gatti, tutto va alla perfezione ( coi gatti non benissimo, ma è più che normale), e l"ncontro si conclude con la decisione di darci il cane in affido per il periodo di prova, per poi diventare nostro a tutti gli effetti. Non vi dico la felicità in casa, mia figlia aveva cambiato espressione, era contentissima di aver trovato un amico da amare e da salvare.

Tutto bene fino a ieri, quando siamo andati al Rifugio per portare il cane a fare un giretto lì fuori, e una brutta notizia ci è stata gettata addosso senza ritegno: hanno deciso di non darci più il cane. Come mai? Siamo sconvolti, senza parole. Perché hanno saputo che il cane potrebbe essere aggressivo con i gatti, potrebbe devastare la casa, potrebbe tentare di scappare, perché così avrebbe fatto con la persona che lo ha tenuto per poco prima di portarlo al canile. Queste notizie le venite a scoprire solo ora?  Proprio voi che fate mille ricerche prima di dare un cane in affido. Dopo che ormai è già praticamente a parole tutto deciso, dopo che noi non vedevamo l'ora di portarcelo a casa. Perciò la motivazione è questa, non vogliono prendersi la responsabilità di dare in affido un cane che potrebbe fare certe cose. Noi eravamo pronti, eravamo ben consapevoli che sarebbe stato un percorso lungo ma pieno di soddisfazioni perché il cane è molto ricettivo e ha visto in mio marito la figura forte e dolce di cui ha bisogno. Oltre a noi altri componenti della famiglia pronti a dargli tutto il nostro amore. Le volontarie hanno anche detto che non abbiamo tempo, ma ditemi, chi non lavora? Io ho dato la mia disponibilità a essere a casa tutti i pomeriggi, il cane sarebbe venuto a star bene da noi, ora voglio proprio vedere come faranno a trovare qualcuno in grado di far lavorare il cane e che sia a casa H24 per proteggerla da eventi distruttivi così terribili come da loro raccontato. Inoltre, prima ci illudono e poi si prendono gioco di noi, sapendo bene la situazione delicata trascorsa a casa con la morte di un dobermann a Natale e di un altro dobermann pochi mesi prima. Ecco perché a malincuore andrò a cercare un cucciolo in un allevamento. Volevo tanto fare un'opera di bene, ma proprio per il bene di nostra figlia abbiamo deciso di non andare mai più in canili o in associazioni.