Segnalazioni

"La questione fiscale oggi, un equilibrio delicato"

Le celebrazioni del 241° anno dalla fondazione del Corpo della Guardia di Finanza, delle quali questa testata ha dato ampio riscontro, sono anche l'occasione per fare il punto su una delle attività più delicate, sensibili e importanti che la Polizia (Polizia tributaria, in questo caso) è chiamata a svolgere oggi.

Mai, come nei momenti di crisi e di difficoltà, l'evasione fiscale diviene comportamento socialmente riprovevole, oltre che - spesso - penalmente punito con il carcere. Evadere le imposte ha sempre significato (e oggi più che mai) il venir meno a quei doveri di solidarietà sociale ed economica che la nostra Carta costituzionale impone a ciascuno di noi.

Evasione fiscale significa davvero privare lo Stato, ma anche la regione e per noi il Comune di Forlì, delle risorse necessarie per rispondere alle esigenze degli anziani, dei poveri, dei bisognosi. In questo senso l'opera della Guardia di Finanza (ma non bisogna dimenticare neppure l'Agenzia delle Entrate che ha pari merito in questo compito) è davvero encomiabile.

L'appartenenza a uno stato di diritto, tuttavia, deve nondimeno imporre al lettore anche alcune cautele.

L'evasore fiscale è tale quando la sua colpa è stata accertata, così come un delinquente è tale (e merita la prigione) solo dopo che un giudice ha accertato la sua colpevolezza. Se bastasse un intervento di polizia per giudicare e condannare le persone, probabilmente l'Italia non sarebbe quello che è. Sarebbe un paese peggiore, illiberale e autoritario.

Insomma: giudice e poliziotto sono mestieri diversi anche, e forse soprattutto, quando si parla di imposte e tasse.

Pagare le imposte non è mai stato facile e, nonostante gli annunci del Governo (di qualsiasi governo, di qualsiasi colore) mai lo sarà. Commettere errori è possibile, frequente e, da un certo punto di vista, statisticamente certo. Qualcuno un tempo disse che solo chi tiene sempre le mani in tasca non se le sporca mai.

Fare impresa oggi, in Italia, in Romagna, a Forlì, significa esporsi a rischi (probabili) e costi (certi). Significa sporcarsi le mani (in senso buono): perché quello è il senso dell'impresa, del fare impresa come la si fa in questa terra e come pochi giorni fa il Presidente di Confindustria Squinzi ha ricordato, ancora una volta.

Mentre in alcuni casi l'evasione fiscale è certa, conclamata, evidente perché ad esempio il contribuente è colto in flagranza, in molti altri casi la legge che si suppone violata non è altrettanto semplice, può essere interpretata in modi diversi: come ogni cosa umana, è imperfetta.

Credo che ogni volta che si leggono titoli, sicuramente accattivanti, come "Scoperti 100 evasori fiscali" ci si dovrebbe felicitare per la solerte attività della polizia, ma bisognerebbe anche ricordare che ciascuno è innocente fino a sentenza che dice il contrario, e quindi trattare l'informazione con maggiore cautela e prudenza perché, come insegnava un vecchio Professore nella mia università "Raramente, nel diritto, si scontrano un torto e una ragione".

Marco Greggi
Professore Associato di diritto tributario
Università di Ferrara